Dublino. Benedetta Cazzamali, una carriera europea nell’IT.

 

Benedetta Cazzamali, 40 anni, di Varese, è oggi account manager di Oracle a Dublino. Benedetta ha lasciato l’Italia 10 anni fa per cogliere la sua prima opportunità di lavoro all’estero nell’IT (Information Technology), un settore allora in pieno fermento. In un primo tempo, sbarca a Montpellier dove, in seno a Dell, colosso americano per la vendita online di computer e annessi, inizia una carriera che la porterà in giro per l’Europa fino ad approdare a Dublino, alla Oracle (hardware e software).

 

I sui dieci anni di una bella e soddisfacente carriera sono sintomatici per capire come ci si muova nell’IT e com’è evoluto il settore. La “colonizzazione” con il computer di alcuni paesi, tra cui l’Italia, era al suo apice una quindicina d’anni fa. Se allora il grosso del business consisteva nel vendere pc e server, oggi i sistemi per la messa in sicurezza dei dati archiviati sono tra i prodotti più ricercati. Attraverso l’esperienza di Benedetta, vi raccontiamo che cosa ruota dentro e fuori il pianeta IT, a livello europeo.

 

Benedetta qual è il segreto per poter passare con disinvoltura dall’Italia alla Francia, all’Irlanda nel tuo settore?

 

Sembra banale a dirsi, ma prima di tutto bisogna sapere, e bene, le lingue straniere, soprattutto l’inglese. Questo, non soltanto perché nel settore dell’IT è la lingua d’uso globale, ma anche perché nelle multinazionali i colloqui si fanno con VIP manager di madrelingua inglese (quasi tutte queste grandi aziende sono americane) o che praticano questa lingua quotidianamente. Anche un curriculum ben fatto deve essere in inglese. Io poi, oltre all’inglese, conoscevo bene anche il francese e ho avuto qualche chance in più.

 

Puoi ripercorrere brevemente la tua carriera, da quando hai lasciato l’Italia per la prima volta?

 

Sono partita per la prima volta da Milano nel febbraio del 2002. Qualche mese prima ero entrata in Dell per fare un training come commerciale e prepararmi a partire nella sede sita nel Sud della Francia. A Montpellier, ho lavorato come “inside sale” (commerciale), ovvero la persona che dal paese straniero contatta le aziende italiane. I miei clienti erano società importanti, i cosiddetti “grandi conti”: Il Sole 24 Ore, Unicredito, Poste Italiane … Quella era l’epoca in cui le grandi società necessitavano rifornirsi di notevoli quantità di computer: i notebook, i server, il pc fisso (desktop). Il mio compito era proprio quello di vendere il “parco macchine”. La strategia era vincente: vendita online di prodotti di qualità a prezzi moderati. Fu un successo!

All’epoca questo lavoro poteva dare soddisfazioni economiche?

 

Sicuramente era il periodo “d’oro”. Si poteva arrivare a guadagnare in media 7.500€ al mese (con le commissioni e il raggiungimento degli obiettivi). Il contratto di base era sui 40mila€ l’anno e, un bravo commerciale, poteva arrivare agevolmente a guadagnare il doppio.

 

Come è proseguita la tua iperbole nell’IT?

 

Sono tornata in Italia nel 2007, sempre in Dell, ma dopo qualche tempo ho deciso di ripartire all’estero ed ho scelto la patria dell’informatica: l’Irlanda. Qui sono arrivata a Cork alla EMC2 e sono passata alla vendita di storage, cioè grossi server per archiviazione e gestione di dati.

 

Perché hai cambiato di prodotto?

 

Diciamo che il mio percorso ha seguito di pari passo quello dell’informatica negli ultimi dieci anni. L’azienda italiana all’inizio del 2000 aveva necessità di rifornirsi di tanti computer, da qui la vendita dei server e dell’ascesa di multinazionali come Dell o HP. Poi la necessità è passata allo “storage”, cioè occorreva mettere in stock i dati generati e tra i partner di Dell, una delle aziende più grosse era, appunto, EMC2. Sempre a Cork, nel 2010, sono passata alla McAfee, che fa antivirus per pc e anche sistemi per aziende grosse. Ho cominciato a scoprire tutti i segreti legati alla sicurezza informatica. Questo ti dà il polso di come funziona l’IT, ovvero devi avere (come azienda) l’abilità di anticipare le esigenze dei tuoi clienti e poi cavalcare l’onda …

 

Sei quindi passata a fare la guerra agli Hacker?

 

Necessariamente, una volta risolto il problema di processare e archiviare quantità infinite di dati, le aziende hanno dovuto iniziare ad affrontare con serietà il problema della sicurezza e delle “infiltrazioni aliene” nei loro sistemi, soprattutto, per proteggere le informazioni riservate. Basti pensare all’esplosione di eBay e dei dati sensibili, come quelli bancari e delle carte di credito, di milioni di persone che circolano in rete.

Dalla MacAfee come e quando arrivi alla Oracle, nella sede di Dublino?

 

Sono approdata alla Oracle nel 2011. Oracle significa: data base, server, storage … Ora sono account manager nella divisione storage (hardware).

 

È normale nel tuo settore cambiare azienda in così pochi anni?

 

Diciamo che cambiare azienda ogni 2 o 3 anni è nel DNA dell’informatico che vuole avanzare, sia da un punto di vista di carriera che economicamente. Passare da una società all’altra di questo calibro ti dà l’opportunità di conoscere i principali IT manager delle aziende del paese di cui ti occupi (nel mio caso l’Italia) e ti fa conoscere nell’ambiente, dandoti la possibilità di ampliare il tuo portafoglio clienti e arricchire il tuo bagaglio di competenze. A ogni cambio di azienda corrisponde una nuova negoziazione e un ulteriore aumento di stipendio, a fronte dell’esperienza accumulata.

 

Com’è il tuo ambiente di lavoro?

 

È un ambiente molto giovane e stimolante. Lavorare in grandi multinazionali permette di ritrovarsi insieme a gente che arriva da tutto il mondo e di scoprire lingue e culture diverse in un microcosmo. Resta un ambiente di lavoro, ma molto anomalo e decisamente poco convenzionale. E poi s’impara molto. Essendo il mio un settore che va alla velocità della luce, gli aggiornamenti e i training sui nuovi prodotti sono all’ordine del giorno.

 

Eppure le multinazionali non godono di ottima fama per quanto riguarda il rapporto con il personale, diciamo che si fonda su una relazione usa e getta. Tu che ne pensi?

 

La multinazionale in generale funziona così: s’impianta abbastanza facilmente in un paese (o una città) ma sceglie il posto che, a livello governativo, offre i migliori benefici fiscali, in cambio di creazione di posti di lavoro (N.D.R. attualmente in Irlanda l’aliquota per i redditi societari è pari al 12,5%). Se e quando le condizioni vengono meno, questi colossi fanno presto (bastano anche poche settimane) a chiudere tutto e migrare verso territori più appetibili per le loro esigenze, lasciando dietro di sé una scia di disoccupati …

 

Ad esempio, Dell aveva una fabbrica con degli uffici da 18 anni a Limerick – una cittadina irlandese di 57.000 abitanti circa – e dava lavoro a più o meno 3.000 persone. Di punto in bianco, nel 2009, hanno deciso di chiudere e spostare il grosso della produzione e gli uffici in Polonia, lasciando per strada circa 2.000 lavoratori. Per questa cittadina è stato un vero dramma, perché viveva praticamente solo di questo e dell’indotto generato. Il tasso di disoccupazione è schizzato verso l’alto e il crollo dell’immobiliare è seguito a ruota.

 

Come si trova lavoro nel settore?

 

Dipende. A volte si manda semplicemente un curriculum (in inglese) e se c’è necessità si viene interpellati direttamente dall’azienda. Molto spesso si fa rete: qualche amico/amica che lavora già e che viene a conoscenza di una ricerca di personale nella sua azienda, ti può proporre al suo manager. Se hai il curriculum giusto, le competenze e il colloquio va bene, sei assunto nel giro di poche settimane. A Cork e Dublino ci sono poi numerosi cacciatori di teste specializzati nel settore, è sempre utile che vi sia un curriculum aggiornato anche nelle loro banche dati.

 

 

Com’è oggi la situazione lavorativa in Irlanda, un paese che, come altri, attraversa una grave crisi economica. Ci sono le stesse opportunità nell’IT e/o in altri settori rispetto a dieci anni fa?

 

Nell’IT c’è sempre molto ricambio, secondo me si dovrebbe trovare ancora abbastanza facilmente. È vero, comunque, che sulle multinazionali aleggia un dubbio. Molti temono che scaduti i benefici fiscali (che di solito hanno una durata temporale ben definita), decidano di andarsene. In altri settori c’è una forte crisi, sono molti gli Irlandesi rimasti a casa. Per chi conosce le lingue, però, le opportunità anche di fare qualche lavoro meno qualificato, magari per pagarsi gli studi, restano aperte. Anzi, un italiano che parla bene inglese ha molte più opportunità di un locale (in genere poco incline a conoscere altre lingue). Certo, dal 2007 ad oggi sono aumentate le addizionali sulle tasse del reddito individuale, arrivando poco sotto al livello italiano. Con lo stesso stipendio di allora rimangono meno soldi in tasca.  

 

Gli stipendi in rapprto al costo della vita sono cambiati rispetto a prima?

 

Io direi che oggi come oggi Dublino è una città ancora molto cara, come l’Italia (Milano). Per l’affitto di un appartamentino (una camera) in zone centrali si deve prevedere una spesa di circa 850€ al mese; si va sui 1.000/1.200€ per uno un po’ più grande (2 camere). Il costo della vita è abbastanza paragonabile a quello italiano, soprattutto se si vive “da italiani all’estero” e non si vuole rinunciare a un certo tipo di cibo o a un certo stile di vita. La differenza rispetto all’Italia la fanno gli stipendi, che nell’IT restano buoni. All’inizio della carriera si può arrivare a 30/40mila€; dopo dieci anni di esperienza si tocca anche il tetto dei 90mila€ annui. Bisogna tenere presente, però, che il grosso di queste cifre è rappresentato dalle commissioni (il variabile) e che oggi, come oggi, abbiamo assistito a un notevole calo degli ordini e quindi facciamo più fatica a raggiungere gli obiettivi. Comunque, in città, anche in altri tipi di azienda un neolaureato al suo primo incarico può portarsi a casa 1.600/1.700€ al mese.

 

Ti trovi bene a Dublino?

 

Sì, è una città molto interessante. Innanzitutto si respira aria internazionale e l‘offerta culturale è eccellente. C’è di tutto: dal concerto, al festival, alla kermesse culturale (teatro, cinema, opera, balletto). È una città molto giovane con una vasta offerta universitaria, molto frequentata da chi studia lingue e fa vacanze studio. Io direi che si vive bene a tutte le fasce d’età.

 

Pensi di continuare nel settore e/o tornare in Italia?

 

Questo è un lavoro dove la media d’età è pari a 26/27 anni. Intorno ai 40 o decidi di salire la scala e passare al management o è il momento di guardarsi intorno per un progetto professionale indipendente, mettendo a frutto l’esperienza e il denaro guadagnati. Tornare in Italia? Chissà!

 

 

Per contattare Benedetta:

 

e-mail: be*****************@gm***.com

 

 

Di Paola Grieco

Foto di Benedetta a cura di Dora Franzini