Marco: Rio de Janeiro mi ha rapito !

 

Marco Baldacci, quattro anni fa ha lasciato la sua Rimini per andare prima a New York ma poi a conquistarlo è stata Rio De Janeiro dove lavora come controller finanziario in una multinazionale italiana ed ha trovato un nuovo amore grazie al couchsurfing. Ecco cosa mi ha raccontato.

 

Marco, cominciamo dal principio. Di dove sei originario?

 

Sono nato e cresciuto a Rimini con gli occhi rivolti al mare e con le orecchie piene delle tante lingue che si parlano durante tutta l’estate.

 

La decisione di lasciare l’Italia è stata dettata da qualche motivo particolare?

 

Innanzitutto ti dico che i miei trasferimenti sono stati due. Il primo dall’Italia agli States e il secondo verso il Brasile. La prima partenza risale al 2009. A 41 anni ho preso i soldi della liquidazione, ho lasciato il buon lavoro che avevo e sono andato a vivere 1 anno a New York. Il motivo della decisione e stata la separazione dalla mia ex moglie che avevo vissuto un anno prima. Non avendo figli e avendo risolto tutti i disequilibri accumulati nel corso dei miei primi 40 anni, mi sono domandato cosa volessi per il mio futuro. La risposta fu, andare avanti, non avere paura, e scoprire il mondo.

 

Hai pianificato tutto prima della partenza? Oppure dall’oggi al domani hai fatto i bagagli e sei partito?

 

Nel momento in cui mi sono dato la possibilità di scegliere si è presentata un’occasione per andare a Mosca che ho convertito in un’opzione per NY. Ho fatto un soggiorno di 1 mese nel 2008, esplorando la città e facendo alcuni amici, poi sono ritornato in Italia, ho sistemato le cose del lavoro, ho convinto i miei familiari e amici della mia decisione, ho svolto a Firenze le attività burocratiche del Visto e infine sono partito.

 

Quando ti sei trasferito pensavi che fosse per sempre oppure solo per cambiare aria e che prima o poi saresti tornato in Italia?

 

L’Italia, bellissima, rappresenta le radici, ma nel mio caso i frutti erano destinati ad essere colti fuori. Comunque ogni sei mesi torno a visitare i miei genitori e approfitto per sondare l’evoluzione sociale, economica e politica del nostro Paese. Magari alla ricerca di sinergie Italia-Brasile dove attualmente vivo.

 

Quando e perché hai capito che trasferirti sarebbe stato il passo giusto per te?

 

Fu un insieme di circostanze maturate a NY. Ho respirato l’area dell’impero, mischiandomi alle etnie del mondo che li si danno appuntamento. Ho studiato l’economia dei Paesi in crescita, ho ricevuto inviti a visitare amici in Asia, ho capito che in ogni luogo esistono persone disposte ad aiutarti e possibilità di mettersi in gioco. Ho imparato a fidarmi delle mie capacità, ho impedito alla paura del nuovo di bloccarmi e mi sono innamorato della bellezza delle nuvole illuminate dal sole viste dal finestrino dell’aereo. Poi nel 2010 quando sono arrivato a Rio ho scoperto le meraviglie descritte da tutte le canzoni di samba. Lingua, popolo, natura, musica, cibo e tradizioni nonché possibilità di lavoro e nel mio caso di una nuova vita sentimentale.

 

É stato facile lasciare tutto?

 

Quando dove vivi sembra non rispondere più a quello che hai dentro è facile, anzi necessario. Penso sia diverso nel caso di chi si trasferisce agendo in base a motivazioni esterne, tipo trasferimenti di lavoro, in cui la base di riferimento rimane il Paese di origine e non quello di destino.

 

Come ti sei arrangiato per vivere all’estero? Conosci la lingua? Avevi giá un lavoro prima di partire?

 

A NY ho studiato e ho usato la liquidazione, a Rio de Janeiro vivo e lavoro.

 

Come sei riuscito a trovare lavoro, quali sono i canali che hai usato? Sei stato aiutato da qualcuno?

 

Direi di no, però  ho usato le informazioni della camera di commercio italo brasiliana e del consolato Italiano di Rio con gli indirizzi delle sedi delle aziende di Rio e relative mails. Poi ha contribuito anche la fortuna di propormi nel posto giusto al momento giusto. Ho inviato il mio curriculum alle aziende italiane con sede a Rio de Janeiro e dopo 15 giorni mi hanno riposto in due, e una mi ha contrattato, direi che è stato facile. In Brasile sono molto ricercate figure professionali specializzate. Negli ultimi  2 anni sono entrati nel Paese circa 100.000 professionisti stranieri, il lavoro non manca.

 

Attualmente di cosa ti occupi?

 

Da 2 anni sono controller finanziario di una multinazionale italiana di cosmetici che si trova in Brasile da 15 anni. In Italia lavoravo, ma in un settore differente.

 

Quali consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Brasile?

 

Prima di tutto, sarebbe bene iniziare con un breve soggiorno di prova per studiare da vicino l’eventuale nuovo destino e per valutare la propria propensione ad affrontare le diversitá culturali, sociali e, non ultimo, climatiche. Altro elemento importante è la conoscenza degli adempimenti necessari per vivere e lavorare nel paese, soprattutto in termini di Visto, documentazione e riconoscimenti legali da ottenersi nelle varie prefetture, tribunali e consolati sia in Italia che all’estero. Terzo cercare di studiare il paese per capirne il futuro, ad esempio un titolo della rivista Exame attirò la mia attenzione confermando che il Brasile nei prossimi 10 anni avrà bisogno di 8 milioni di professionisti qualificati per far fronte ai bisogni dei suoi quasi 200 milioni di abitanti (che hanno una età media di 27 anni contro i 44 dell’Italia).

 

Come si vive a Rio De Janeiro?

 

Il Brasile è un paese continentale per cui ad ogni latitudine troviamo caratteristiche diverse.

Ad esempio per quella che è la mia esperienza, São Paulo è un misto di New York e Milano, mentre Rio de Janeiro è una sintesi di Roma e Napoli, d’altro lato a Salvador da Bahia è forte l’influenza africana con i suoi riti e sincretismi, mentre Belem e Manaus hanno origini indie, Recife e culla di meravigliose tradizioni e innovazioni musicali, Fortaleza è la più vicina all’Europa con un fiume di turisti che la invadono ogni stagione. Per chi ama il mare, il sole, la musica e la gente, Rio de Janeiro è fantastica, le persone sono molto accoglienti e simpaticissime. Si lavora molto durante la settimana, ma nel week e la spiaggia è d’obbligo, fra le altre cose noi italiani siamo molto ben visti, e possiamo condividere molte esperienze, soprattutto calcistiche. La zona di Rio de Janeiro a cominciare da Copacabana passando per Ipanema e Leblon è il centro delle attività di spiaggia, dove si incontrano e si misturano tutti, indipendentemente dal livello sociale. Si dice che la orla (lungomare) è uno dei luoghi più democratici del Brasile. In centro invece incontriamo la parte storica e finanziaria. In questi giorni il Brasile si sta scrollando di dosso la storica corruzione della classe politica, milioni di giovani si danno appuntamento nelle strade di tutte le città chiedendo salute, istruzione, sicurezza e trasparenza di governo. I parlamentari stanno avendo paura di perdere la tradizionale impunità e questo fa bene al paese, ma il cammino verso la piena democrazia è lungo e richiede sforzi immensi di partecipazione popolare e coscienza sociale per vincere la struttura elitaria ereditata del passato di colonia e dai numerosi flirt fra le alte borghesie locali, militari inclusi, e quelle nordamericane ed europee a discapito della popolazione che ancora soffre molto nel riconoscimento dei diritti primari.

 

Lati belli e brutti del viverci?

 

Gli aspetti più belli sono legati al connubio clima-festa-natura-allegria, nel centro di Rio c’è un luogo ad esempio in cui ogni venerdì sera un gruppo di dieci amici suona un samba de raiz, centinaia di ragazzi si incontrano alla Pedra do sal, punto di arrivo dei carichi di sale che gli schiavi trasportavano, e alzano le mani cantando ad una voce sola antiche storie di amori e di passioni. Il clima è magico, i sorrisi meravigliosi, gli occhi si chiudono e il samba ti culla e ti cura fino a farti dimenticare le tensioni della vita. Meraviglioso. Dall’altro lato, invece, cammini per le strade dando sempre un’occhiatina intorno a te per fermare eventuali male intenzionati, come in qualsiasi metropoli del mondo. Cerchi di non ostentare gioielli e cose di valore che possono attirare attenzione dei vari pivettes che si trovano in strada. Voglio spendere una parola sulle favelas. Dico sempre che fra 50 anni assomiglieranno molto ai nostri paesini di collina, perchè sono fatte di mattoni rossi e ogni anno i proprietari costruiscono una stanza comprando sabbia e cemento. In questo momento alcune sono visitabili, altre meno, in ogni modo li si raccolgono le energie nuove di tanti giovani che vogliono migliorare i propri destini. Sono luoghi di sincerità e umanità vera ma anche territori controllati dalla convivenza fra il traffico di stupefacenti e la politica corrotta. Per cui pericolosi. Nella favela di Santa Marta, la prima ad essere pacificata alcuni anni fa, si svolgono concerti. Nella favela di Vicigal al termine della spiaggia di Ipanema, spettacoli teatrali, la Rocinha con 400 mila abitanti è fucina di nuove tendenze, mentre l’anno scorso il complesso Dell’Alemao, anche questo con 400 mila abitanti, è stato teatro di una telenovela di enorme successo che si intitolava ‘Avenida Brasil’ che ha paralizzato il paese nell’ultima puntata, incluso il discorso rimandato della Presidenta (con la a del femminile) Dilma Rusself.

 

 

Senti la mancanza dell’Italia?

 

Certo mi manca. L’Italia è unica nel mondo. Abbiamo tradizioni, bellezze e ricchezze umane, culturali, gastronomiche e naturali uniche. Ma sono molto molto felice nel mio nuovo Paese e della mia nuova vita. Comunque quando sento molta nostalgia prendo un aereo e dopo 16 ore sono a Rimini, magari approfittando per fare uno spuntino negli scali intermedi di Lisbona o Madrid o Parigi o Francoforte

 

Torneresti a viverci?

 

Danielle, mia moglie carioca, amerebbe trasferirsi in Italia, o in Europa, per sperimentare la sensazione di vivere all’estero e per rimpinzarsi di pasta, gelato, ricciarelli e prosecco. Io dico che se ci sono le condizioni per un lavoro si potrebbe anche fare, ma questi sono anni difficili dall’altro lato dell’Atlantico ed in Brasile abbiamo vantaggi economici non indifferenti. Per cui vediamo cosa succede dopo le Olimpiadi del 2016.

 

Ci racconti qualche curiositá del posto?

 

Beh Rio è ricco di curiosità. Ad esempio un appuntamento tipico dei carioca è il tramonto all’Arpoador, all’inizio di Ipanema c’è un promontorio e in estate tutti aspettano seduti il por do sol finendo con un applauso che percorre tutta la spiaggia. Emozionante. Un’altra tradizione praiana è il capodanno a Copacabana. Un milione di persone vestite di bianco ammirano i fuochi di artificio mozzafiato e, dopo la mezzanotte saltano 7 volte le onde dell’oceano in omaggio a Imaja la regina del mare. Dopo il Revellion viene carnevale ed è bellissimo andare al sambodomo per le prove delle varie scuole di samba, le famiglie dei vari quartieri si riuniscono e migliaia di persone da 7 anni fino a 97 danzano ai ritmi del samba enredo scelto per quell’anno. Molto umano e con un’esplosione di bellezza e ritmo. Parlando di bellezza devo ricordare ai miei amici che a Rio de Janeiro nella fascia da 25 a 35 anni ci sono 130 donne per ogni 100 uomini. Un po’ a causa della fertilità che privilegia il sesso femminile qui ai tropici e anche per l’immigrazione verso la metropoli. Per cui c’è una situazione di disequilibrio che genera, a detta delle amiche di mia moglie, una condizione di stress permanente. Non è semplice essere donna a Rio a causa della fortissima concorrenza, per cui le brasiliane sono molto gelose. Il culto della forma fisica, poi, è molto presente nella vita dei carioca e soprattutto in spiaggia si incontrano migliaia di persone di ogni età alle prese con corsa, esercizi, nuoto e quant’altro aiuti ad essere attraente e forte. Parlando di musica io abito in Lapa che è il quartiere boemio di Rio, decine di localini con musica dal vivo (mi ricorda Rimini) e comodinhas tipicas. La musica brasiliana è molto varia. Ho contato 13 generi musicali differenti. Il Brasile, inoltre, è il secondo consumatore di birra del pianeta e la Ottobre fest di blumenal raccoglie 2 milioni di persone ogni anno. Alla domenica in inverno o anche in estate per fuggire al calore si va in macchina fino alla Barra, che sarebbe la moderna Rio, nata 30 anni fa sul lato sud. Chi ama Miami si troverà perfettamente a suo agio perchè è questo lo stile del quartiere. Qui tutto è enorme e moderno, residenze, strade, shopping center super affollati. Parlando nuovamente di spiagge (il Brasile ha 8mila km di coste) un week end tipico dei carioca è all’Ilha Grande, meravigliosa e  lussureggiante isola a 100 km da Rio in cui incontrare delfini e tartarughe in un clima incontaminato tipo Jurassic park con. Baie dai riflessi verdi azzurri e acque trasparenti. Oppure Paraty, piccolo gioiello coloniale adagiata sulla costa, sede della più importante fiera internazionale del libro del Brasile nonché centro di produzione della cachassa tipico distillato di canna da zucchero che da noi è nota sottoforma di caipirinha. Ancora non ho parlato di Rio dall’alto. I carioca quando è molto caldo hanno 3 luoghi privilegiati per rinfrescarsi. Il primo è sul Pão de Azucar con una vista spettacolare della città dal mare, il secondo luogo è il Corcovado con la statua del Cristo che abbraccia la città e il mondo intero e da cui si vede il Pão deazucar. Ancora più in alto è la vista Chinesa, dietro al jardim botanico c’è una strada che in 5 minuti si addentra nella foresta atlantica della Tijuca, in quel momento la città scompare e si è soli a contatto con alberi di 30 metri e un verde inestricabile. Rio dall’alto è bellissima e chi vuole può vederla anche in elicottero o per i più coraggiosi in deltaplano. Io l’ho fatto e me lo ricorderò per sempre. Più a nord a un’ora di viaggio ci sono Petropolis e Teresopolis, nella prima i carioca si immergono in una cittadina tedesca con tanto di costumi tipici e cibi tradizionali bavaresi, nella seconda si trova un parco naturale stupefacente che termina con un montagna chiamata Dedo de Deus perchè si erge maestosa come una mano chiusa con un dito che punta verso il cielo. Unica nel mondo!

 

Abbiamo varie volte parlato di Deus perché per i carioca non esiste una sola religione ma almeno 4 che si mischiano in un modo che solo a loro riesce. Abbiamo i cattolici, gli evangelici, le tradizioni africane e gli espiriti, poi i musulmani. Per la festa di S. Sebastiano Rio si ferma e ricorda le gesta del santo protettore, (negli anni 70 un politico tentò di abolirla ma nello stesso giorno ci fu una inondazione così potente che il poveretto dovette ritornare immediatamente sui suoi passi per non subire il linciaggio dei fedeli e la paralisi della città) allo stesso modo San Giorgio che uccide il drago ferma la città e si distribuiscono dolcetti di cui i bambini spirituali dell’umbanda vanno ghiotti.

 

Piatti tipici?

 

Il piatto nazionale è la feijoada, cioè fagioli misti con carne di maiale, riso, foglie di cavolo verde lessate e tagliate a striscioni e sottili, faròfa cioè farina di manioca uovo e burro cotti insieme, e fettine di arancia. Poi ci sono la picanha ossia carne alla griglia, il famoso bacalhao di origine portoghese, il sushi di origine giapponese e lo strogonoff, carne sfilacciata cotta nel latte condensato. Abbiamo vari piatti con pollo, altri con gamberetti molto comuni in Brasile, quindi una decina di tipi si pesce dell’Atlantico, con condimenti misti, tipo olio e frutta maracuja. Le aragoste e i granchi non mancano mai. Poi abbiamo i frutti tropicali. Deliziosi! Io al mattino mangio papaia, melone, banana, ananas, mango e anguria, ma c’è ne sono altre mille che in Italia non conosciamo come graviolà, goiaba, tepereba, acai, acerola, fruta do conde, maracuja. Solo per dirne alcune. Più al sud si mangia molta polenta, poi S. Paolo é nota per la migliore pizza del mondo, con buona pace di Napoli, e invece più al nord abbiamo caggiagione e pesci dell’Amazzonia, impanate di granchi cotte nell’olio di cocco o di dende nella Bahia assieme ad aragoste pescate al momento. Carni suine e vaccine con formaggi a minas gerais e mozzarelle di bufala nel pantanal. Inoltre la manioca e altre radici simili ad esempio igname con molte proprietà nutritive. Oltre a ciò tutte le cucine europee, per cui tutti i tipi di pasta, che qui si chiama massa, i piatti tipici tedeschi, quelli portighesi e spagnoli, ed anche una ricca offerta di piatti arabi. Infine, purtroppo, molto McDonald.

 

Un discorso a parte meritano i dolci che sono molto dolci! Il palato brasiliano è più propenso del nostro allo zucchero, per cui il doce di leite impazza, così come il brigadeiro cioè cioccolata a base di latte condensato e latte di cocco dolcissimi. Un dolce tipico è il Romeo e Giulietta ossia una fetta di formaggio minas con sopra marmellata di goiaba, una prelibatezza. Infine dobbiamo parlare del cibo che si mangia in spiaggia. Abbiamo le esfirra arabe con pollo, formaggio, spinaci, poi il formaggio grigliato al momento, quindi i gamberetti, poi il cocco, i vari gelati artigianali alla frutta che si mangiano rinchiusi in sacchettini di cellofhane da aprire e succhiare, il biscotto globo tipicissimo di Rio l’acai e le bibite a base di guarana e di mate.

 

L’economia com’é? C’é crisi anche li?

 

In questo momento non cè crisi. L’economia brasiliana e molto legata all’interscambio con la Cina sia per la fornitura di cibo che di materie prime. Inoltre c’è il petrolio e molto credito per cui i compra molto. Naturalmente i prezzi stanno aumentando sia per la pressione demografica, sia per le ricorrenti ondate di dollari che gli Stati Uniti stampano e che a tassi di interesse bassissimi arrivano in Brasile ad intossicare le economie creando bolle di mercato come ad esempio quella degli immobili. Negli ultimi 4 anni i prezzi sono aumentati del 300% e io non sto riuscendo ancora a comprare casa perché costa 4mila euro al metro quadro che diventano 10mila nel quartiere chic di Leblon. Ma forse dopo le Olimpiadi tutto tornerà come prima. Lo stipendio base è di 300 euro, ed i professionisti partono da 4mila euro al mese. Il polo industriale del sud del Brasile continua ad offrire lavoro, S. Paolo in primo luogo, Parana, Rio grande del sud e Santa Caterina seguono. Al nordest Pernanbuco e Ceara guidano la crescita, con ad esempio la Fiat che ha investito 1 miliardo di dollari per produrre ulteriori 200.000 auto all’anno. Petrobras per il petrolio e Vale per i minerali sono i campioni brasiliani delle commodities, così come Tim, Oi, Vivo e Claro lo sono delle telecomunicazioni. Il paese è grande e la popolazione sfrutta la finestra demografica che sarà aperta per altri 25 anni. Insomma se non ci saranno colpi di Stato tutto promette molto bene. Stati Uniti permettendo.

 

Cosa c’è di speciale in Brasile che ti ha conquistato?

 

La gente. Il Brasile è una mistura meravigliosa di razze colori tradizioni. Nel sud sono biondi con gli occhi azzurri di origini tedesche oppure tipici italiani, o sennò giapponesi che sambano, al nord sono di origine indie o africane o olandesi. A Rio de Janeiro c’è un mix perfetto di bianchi, neri, asiatici, arabi, mori. Ti confesso che i brasiliani sono un popolo molto bello e profumato. Ti racconto un aneddoto, qui tutte le persone si fanno la doccia tre volte al giorno o di più. Il Brasile è il secondo paese, dopo gli Usa, per consumo di prodotti cosmetici. Le donne si fanno le unghie di mani e piedi tutte le settimane sia che vivano in favela sia che siano patrizinhe della zona sud. (I fighetti si chiamano maurizinho e le fighette si chiamano patrizinhe). Gli amici e le amiche di Rio mi dicono che sono stupefatti quando arrivano in Europa perché c’è un terribile odore di sudore, cosa che qui non esiste, anche se ci sono 40 gradi. I palazzi, le strade, gli uffici sono pieni di persone bellissime, simpaticissime e profumatissime, non è fantastico? Un’altra cosa è la melodia del portoghese brasileiro. Loro cantano anche quando parlano, la sinuosità e simpatia della lingua sono contagiose. tutto finisce con inho: Beijinho, carinho, jeitinho, minutinho.  Ci sono un’infinita di parole divertentissime. Ma soprattutto i brasiliani hanno un cuore d’oro. Questo è quello che conta alla fine.

 

Come hai conosciuto tua moglie?

 

Quando sono arrivato in Brasile viaggiavo usano il couchsurfing per essere ospitato e conoscere meglio le usanze locali attraverso l’aiuto di una persona del luogo. Danielle mi ha ospitato una settimana, poi un mese, poi tre mesi, alla fine abbiamo capito che era una storia seria e non solo un’avventura di carnevale. In attesa del mio divorzio abbiamo chiesto l’unione estavil (unione di fatto legalmente riconosciuta) per avere il visto permanente e siamo diventati una nuova famiglia italo-carioca con muito amor e Alegria.

 

Come si svolge una tua giornata?

 

Durante la settimana il lavoro impegna tutto il mio tempo, arrivo in ufficio alle 9,30 ritorno a casa alle 20,  Ci vuole poco più di un’ora di macchina lungo l’avenida Brasil. Nel fine settimana, amici, spiaggia, famiglia, messa domenicale, bicicletta, ristorante (che è diventato un secondo lavoro perché Danielle cura un blog di comida de viagens che si chiama comerecocaresocomecar.com.br con tutti i posti in cui mangiar bene a Rio de Janeiro e in Brasile oltre che all’Italia e nei luoghi che visitiamo) e nelle notti spesso concerti al circo voador o alla fundicao progresso nonché musica dal vivo che fa parte della vita di ogni carioca da gema.

 

Cosa ne pensi della tua nuova vita a Rio de Janeiro?

 

Sono felice, amo molto questa città e tutto quello che rappresenta per la mia vita. Affetti, lavoro, amicizie.

 

Si sa che nella vita, a volte, si può tornare indietro….tu lo faresti o sei soddisfatto di quello che hai?

 

Sono molto felice delle mie scelte, le rifarei tutte, e ringrazio il mio angelo da guardia che mi accompagna laddove non conosco il cammino, anche in Brasile.

 

Ti va di fornire diretto supporto con informazioni e pareri?

 

Volentieri, sia per e-mail che in diretta su skype o linkedin. Inoltre per chi si trovasse di passaggio a Rio de Janeiro, compatibilmente con i tempi del lavoro e della famiglia, propongo di incontrarci per fare due chiacchere e bere un agua de coco a Ipanema, che ne dite?

Vi aspetto con piacere, e boa sorte a tutti

Abraços, Marco.

 

ma********@ho*****.it

www.comerecosaresocomecar.com.br

 

A cura di Natascia Lorusso

Lifejournalistblog.com

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