Retribuzioni più alte all’estero

 

Pochi giorni fa, sul sito di Libero Viaggi, è apparso un articolo dal titolo "All’estero si guadagna di più". Un pezzo che in molti fa ulteriormente traballare la già percolante fiducia nel nostro paese, soprattutto dal punto di vista economico-lavorativo. L’articolo riportava alcune delle città e degli Stati in cui la media degli stipendi è più alta; stiamo parlando di medie, è bene ricordarlo, che non possono tenere conto delle diverse retribuzioni legate a specifici lavori, mansioni, aziende e altre variabili la cui analisi ci porterebbe troppo lontano. Secondo questo articolo, comunque, tra i paesi meglio messi vi è la Svizzera, con e ben due città, Zurigo e Ginevra, in cui le retribuzioni orarie vanno dai 15 ai 17 euro netti; inutile dire che bisogna poi considerare l’ammontare di tasse e previdenza, come giustamente ricorda l’articolo. Ottima la posizione del Lussemburgo in cui a fronte di una retribuzione netta di 17,40 euro un lavoratore gode di 25 giorni di ferie e un carico fiscale di solo il 18%. Come abbiamo detto all’inizio la questione delle retribuzioni è legata a molti fattori che comprendono, oltre alle tasse, anche un sistema di contratti e di rapporti sindacali che, a fronte di rapporti di lavoro più tutelati, portano retribuzioni più basse. Non volgiamo addentrarci in queste considerazioni: limitiamoci al fatto che gli stipendi, anche lordi, degli italiani sono sotto la media UE di una percentuale che supera il 30%. Crisi o non crisi, che per altro ha investito tutti i paesi europei, c’è chi guadagna comunque più di noi.

Uno studio interessantissimo pubblicato dal Corriere della Sera già nel 2008 metteva in luce come il reddito medio italiano, di poco superiore ai 19000 euro, fosse tra i più bassi d’Europa e come non solo le tasse contribuissero a ciò. L’analisi metteva in luce i salari lordi troppo bassi. Un interessantissimo articolo del sito Solleviamoci’s Weblog sottolineava come, secondo alcune classifiche OCSE gli stipendi netti degli italiani siano tristemente al ventitreesimo posto nella lista dei paesi aderenti; l’articolo in questione sottolinea come sia soprattutto in valore assoluto che gli stipendi italiani e quelli europei appaioni in tutto il loro incredibile divario: 26.191 euro lordi per un lavoratore italiano e poco meno di 43.000 per un collega olandese. Sempre secondo l’interessante articolo veniamo a sapere che tra il 1998 e il 2004 "Il differenziale di stipendio tra un lavoratore laureato ed uno che ha fatto la scuola dell’obbligo è diminuito del 6,2%. E il discorso legato a quanto non faccia più molta differenza possedere o meno una laurea è un discorso che meriterebbe ulteriori approfondimenti che faremo in altro articolo.

 

La situazione, anche al netto di tutte le considerazioni che si possono fare, non è certo incoraggiante. Riportiamo, a sostegno di ciò, un articolo apparso sul sito www.metallirari.com che riporta i dati di un recentissimo studio inglese che ha stilato la classifica dei dieci paesi in cui i professionisti guadagnano meglio che nell’intera Europa, giusto per allargare il discorso. Al primo posto troviamo Singapore in cui il comparto che offre maggiori opportunità lavorative è la finanza. Al secondo posto, forse sorprendentemente, troviamo la Russia con alti retribuzioni e ottime possibilità di carriera per chi lavora nell’immobiliare e nella finanza. Certo in Russia c’è il problema della corruzione, ma lasciamo perdere. Ai primi posti poi paesi come le Bermuda, Arabia Saudita, Filippine, Dubai e Qatar.

Quindi se è tutta l’Europa a soffrire l’Italia sembra essere quella che soffre di più. Un’esperienza di lavoro all’estero sembra quindi una naturale, oltre che necessaria, strada per poter mettere a frutto le proprie professionalità e per vedere queste professionalità riconosciute anche a livello economico. Certo non si possono trascurare i sistemi fiscali degli altri paesi, le spese mediche magari non tutte gratuite. Ma al netto di tutto questo resta il nocciolo del discorso, e cioè un problema di retribuzioni lorde troppo basse, segno di una stortura strutturale innegabile.

 

A cura di Geraldine Meyer