Scusa ma, du iu spic inglisc ?

 

Ciao a tutti e ben ritrovati sulla rubrica “Mal d’Australia”.

 

Che inizio del cazzo…

 

Bene, ora che ho scritto la frase ad effetto (secondo me) e una parolaccia nelle prime due righe (altre ne verranno…) sono contento e posso concentrarmi su quello di cui vorrei parlare in questo articolo. Comincio subito con una domanda:

 

Ma tu, parli Inglese ?

 

Ora, la risposta a questa semplice domanda copre un ventaglio talmente ampio di opzioni che nel tempo che vi servirebbe a leggerle tutte potreste tranquillamente diventare madrelingua Inglese. Tuttavia, se la domanda, una volta letta, sembra essere semplice e scontata quando si pensa di andare a vivere in Australia, le risposte purtroppo non lo sono altrettanto. E’ necessario essere onesti con se stessi e fare esattamente il punto della situazione rispetto al livello di Inglese di cui siamo in possesso. Come molti di voi passo parte del mio tempo su vari siti web e forum, ma ancora oggi, dopo innumerevoli ore spese in questo modo, rimango ancora basito dal come questo concetto non sia riuscito a fare breccia in moltissime persone. Vediamo quindi di sintetizzarlo in un’unica frase: per vivere e lavorare in Australia bisogna parlare Inglese. Punto.

Parlare Inglese significa esattamente parlare Inglese e non un qualche livello al di sotto di una normale conversazione, perché tutto quello che c’è al di sotto casca dritto nella categoria “non parlo Inglese”.

 

Cosa significa quindi, parlare Inglese ? Molte delle risposte che ho letto e sentito in giro sono simili alle seguenti:

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    Si cioè, non parlo benissimo, ma qualcosa capisco, poi si sa esprimersi è un altro discorso…

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    Mah non saprei, diciamo che l’ho studiato alle superiori e ora… sai, sono passati vent’anni… non mi ricordo molto… però insomma… si impara parlandolo… no??

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    No, non parlo Inglese, ma credo che per fare il lavapiatti non serva più di tanto parlarlo vero?

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    No, non lo parlo, ma tanto vengo li e lo imparo, poi comunque ho sentito che ci sono tanti italiani e quindi magari nemmeno mi serve…

     

  • Si lo parlo, cioè, so mettere tre pasti in fila, ma poi per una conversazione seria… si insomma è tutta un’altra cosa.

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Tutte le risposte sopra e qualsiasi variazione del tema possono essere tranquillamente catalogate come “no, decisamente non parli Inglese”.

 

Parlare Inglese in un Paese dove la lingua madre è l’Inglese, significa parlarlo correttamente ed essere in grado di sostenere tutte le situazioni, dal colloquio professionale di lavoro, fino a come cazzo lo volete quel maledetto kebab (chissà quale dei due estremi è più difficile… non è così scontato…). Parlare Inglese in Australia significa anche essere riusciti a capire il particolare accento che gira da queste parti, che ad un primo impatto può stamparti in faccia un espressione che non sapevi nemmeno di avere. Parlare Inglese fuori dall’Italia significa esattamente il contrario di parlare Inglese in Italia. In Italia, basta che butti li qualche frase o che frequenti una scuola una volta alla settimana e tutti pensano che tu sia quasi madrelingua. Se poi ti capita di essere in giro con gli amici e ti riesce il colpaccio di dare informazioni in Inglese ad un turista, allora automaticamente diventi l’interprete ufficiale del gruppo e si rivolgeranno a te come “colui che l’Inglese lo sa…”.

 

Bene, ovviamente tutto serve, ma in Australia (o in qualsiasi Paese anglofono) non basta, anzi, gratta appena la superficie. A dirvelo sono io, ossia uno stronzo qualsiasi che apparteneva ad una delle categorie sopra citate: sono partito dall’Italia con un Inglese che assomigliava alla lingua di Mordor (vediamo se cogliete la citazione…) e mi sono ritrovato in un Paese dove quando chiedevo un’indicazione, mi davano dieci centesimi per compassione. Passiamo quindi a chiarire un ulteriore concetto, che forse disturberà un pò tutto il discorso fatto fino a qui: per partire dall’Italia per l’Australia non serve parlare Inglese. Ora, se qualcuno volesse mandarmi a fanculo per avergli fatto perdere tempo per niente, ricordo a tutti che comunque, quel tempo perso a leggermi, probabilmente è stato sottratto al lavoro, lavoro per cui siete pagati… per cui… non c’è di che!

 

Tuttavia, ovviamente, devo spiegarmi meglio. Non è importante il livello di Inglese alla partenza, ma la consapevolezza che quel livello dovrà essere migliorato, non importa di quanto. Indipendentemente dal lavoro che puntate a fare, tanto più parlerete Inglese e tante più possibilità avrete di riuscire a farlo. Anche perché, considerata la concorrenza da parte di moltissime altre persone che arrivano qui da altre parti del mondo (ed è risaputo che altrove l’Inglese lo parlano meglio che da noi…) non si capisce perché un datore di lavoro qualsiasi dovrebbe preferire qualcuno che non riesce a comunicare rispetto a qualcuno che lo fa.

 

E questo a parità di competenze professionali. Se poi puntiamo a lavori d’ufficio o altamente qualificati, allora la questione si fa veramente molto banale.

Maggiore è il livello professionale che volete acquisire e maggiore è il livello di Inglese che dovete padroneggiare. A questo non c’è limite. Il limite semmai sta nella parte bassa, nel senso che un minimo l’Inglese va parlato.

 

Ripeto: con “minimo” non intendo capire qualcosa e dire ancora meno. Intendo proprio parlarlo normalmente. Certo, errori grammaticali, di costruzione e di vocabolario ci saranno sempre, specialmente all’inizio, ma quello che non deve succedere è che non riusciate proprio a capire e tanto meno a rispondere. L’unica eccezione che mi sento di fare è quella nel caso siate altamente specializzati e competenti in qualcosa, non importa se lavoro manuale o meno. Con “altamente specializzati e competenti” intendo in poche parole con i contro-cazzi. Se il vostro Inglese è scarso ma siete dei fottuti geni in qualcosa, allora chiuderanno un occhio, ma come potete intuire, non si tratta certo di qualcosa che vale per tutti.

 

Per tutto il resto vale quanto detto sopra.

 

Parlo per esperienza personale. Ho passato i primi tre mesi andando a scuola tutti i giorni, sei ore al giorno, solo ed esclusivamente per l’Inglese. Nel mio caso non avevo l’urgenza di trovare un lavoro subito, ma ho avuto difficoltà a comunicare anche dopo il primo mese e consideriamo che stavo lavorando come consegna pizze… Insomma… dignitoso finché vuoi ma ben lontano perfino dalle chiacchiere al bar… Insomma, ci vuole tempo, impegno e studio. Soprattutto, spiace dirlo (davvero?) bisogna in qualche modo mandare a fanculo gli Italiani. Con un Italiano vicino non parlerai mai Inglese e ad ogni passo in avanti ne farai due indietro.

 

Infine vorrei parlare di un’altra piccola componente, ma nemmeno tanto, che dovrebbe essere presente nel voler studiare Inglese in un Paese straniero.

 

È la loro lingua.

 

Se nel vostro futuro vi vedete a vivere in Australia, allora per forza dovrete integrarvi in qualche modo. O almeno sarebbe auspicabile lo si facesse. Arrivare a padroneggiare l’Inglese, al di là delle vostre necessità, vi spalanca un mondo praticamente senza confini e le vostre possibilità sono senza limiti. Potrete potenzialmente lavorare ovunque, parlare con chiunque nel mondo e vivere in ogni dove, nel caso un giorno le vostre necessità dovessero cambiare. Il mio consiglio, con tutta l’umiltà del caso, è quella di concentrarsi su questo fattore, che da una parte è altamente limitante all’inizio, ma che se curato attentamente si rivelerà la vostra arma migliore. Non c’è da stupirsi se da queste parti un Inglese migliore passa davanti ad un paio di lauree… Senza contare le possibilità di richiedere Visti a lungo termine che mettono come condizione necessaria un livello di Inglese certificato (il famoso IELTS).

 

A costo di farmi attribuire l’Alzheimer ripeto ancora: l’Inglese è fondamentale, ma prima ancora è l’atteggiamento con cui affrontate questo aspetto del vivere fuori dall’Italia. Fatelo nel peggiore dei modi e vi ritroverete a collezionare dieci centesimi come all’inizio ha fatto chi scrive, solo che lo farete ben oltre l’inizio.

 

Fatelo nel migliore dei modi e sarete quello che i dieci centesimi li regala…

 

A voi la scelta.

La questione della lingua Inglese, dell’atteggiamento e molto altro sono ampiamente trattate nell’ebook: “Austritalia: 11 cose da sapere prima di emigrare in Australia”, disponibile al link che trovate qui sotto.

 

Quello di Lif3.zero www.giordanodallabernardina.com

 

Anche quello dell’e-book su come prepararsi a vivere in Australia http:selz.com/1h7rEDF

 

nonchè quello della pagina Facebook www.facebook.com/Lif3.zero

 

 

Giordano Dalla Bernardina