Italian wine a Miami, l’avventura di Nicolò Tita

 

 

Nicolò Tita è un architetto bresciano quasi quarantenne, e dopo 6 anni come perito del tribunale della sua città natale, ha deciso di trasferirsi in Florida, dove  nel giro di pochi anni è riuscito a diventare uno dei maggiori importatori di vino di Miami e dintorni.

 

Da quanto tempo vivi e lavori a Miami?

 

Sono arrivato nel 2008 e ho avviato l‘attività di  import-export dopo circa sei mesi… giusto il tempo per aprire legalmente la società ed ottenere  le licenze necessarie.

 

Di che cosa ti occupi esattamente?

 

Mi occupo di importazione di alimenti di “lusso” e di vini di grande eccellenza, scelti tra le varie regioni d’Italia. Il lavoro consiste nel scegliere vini e prodotti alimentari di particolar pregio ad un prezzo che sia accessibile per introdurlo nel mercato americano. Mi occupo anche di esportare nei Caraibi e in altri stati americani tali prodotti.

 

Come mai hai deciso di trasferirti? Una scelta dettata solamente da un’opportunità’ di lavoro?

 

Mi sono trasferito in quanto non ero per niente soddisfatto della gestione politica italiana e avevo tantissima paura che se fossi restato in Italia non ce l avrei fatta a crescere economicamente per potermi permettere di avere e sostenere una famiglia. In America ho visto una grande dinamicità e un’opportunità alla quale non ho saputo  rinunciare.

 

Si dice che i primi mesi siano durissimi… il cambio di amicizie, abitudini, etc. ci racconti come sono stati i tuoi primi mesi in una città’ completamente nuova?

 

I primi 4 mesi??? forse direi i primi due anni… terribili. Tantissimi problemi dettati dalla lingua e dalle abitudini, ma anche nella comprensione delle leggi e nel saperle sfruttare. All’inizio è stato molto difficile trovare i clienti nonostante la qualità e i prezzi ottimi dei prodotti che rappresento. Considera che per vendere un vino in un ristorante significa che il gestore dovrà sempre toglierne un altro. Immagina quanti sacrifici ho dovuto fare per per raggiungere un giro d’affari che fosse sufficiente per il sostentamento.  Ci è voluto un po’ di tempo e ho lavorato sodo.

 

 

Se domani ti offrissero un’opportunità’ vantaggiosa in Italia ci torneresti?

 

Non credo, anche se il desiderio di vivere vicino alla mia famiglia rimane fortissimo. La mia scelta nel dire no e’ dovuta al fatto che c ‘e’ l ho a morte con i politici italiani e con le leggi assurde che hanno fatto e non sono disposto ad essere il loro schiavo ma voglio sentirmi libero come cittadino e di essere tutelato da leggi che sono uguali per tutti e che non ti penalizzano

 

Che cosa rimpiangi dell’Italia? e che cosa "non sopporti" di Miami?

 

Dell’ Italia rimpiango tantissimo la famiglia e gli affetti veri, i colori i bei paesaggi e la buonissima cucina. Di Miami trovo difficile trovare veri amici con dei veri valori ma e’ un po così ovunque non trovi?

 

Che consigli daresti a chi vuole cominciare un’attività’ in USA?

 

Di venire con delle idee chiare dettate da un indagine di mercato. Trovo molti italiani che vengono pensando di spaccare ma alla fine sono loro che si trovano spaccati da idee e progetti che non hanno alcun senso. Quindi consiglio di venire in vacanza valutare le mode, il mercato, i costi e poi di decidere il da farsi con un progetto ben organizzato…

 

Mary Marchesano