Vegemite: l’oscuro oggetto delle colazioni australiane

 

 

 

Uno degli esperimenti più piacevoli a cui ci si dedica durante il viaggio è sicuramente il cibo. 

 

Da tradizionalisti incalliti del cibo italiano agli Indiana Jones scopritori di nuovi sapori, dai nostalgici attaccati alla cucina di mammà ai pionieri della cucina sperimentale, ci sarà sicuramente capitato di assaggiare qualcosa di tipico del luogo che abbiamo visitato. Personalmente, adoro provare ogni tipo di cucina e ho davvero assaggiato un pò di tutto, dalla carne di coccodrillo a quella di canguro, dai frutti tropicali mai visti in Europa come il dragon fruit a piante ed erbe di tutti i tipi.

 

Mi ritenevo abbastanza coraggiosa fino a quando in Australia non ho incontrato lei: la Vegemite. Questa crema salata fatta di estratto di lievito di birra viene spalmata su toast, pane, crackers, biscotti ed usata per farcire dolci. E’ inoltre una delle più alte risorse commestibili (ecco su questo avrei qualcosa da ridire ma non anticipiamo) di vitamina B al mondo.

 

Forse alcuni di voi avranno sentito parlare della britannica Marmite, un’altra "eccellente" crema da spalmare, ecco la Vegemite è la sua versione australiana. E’ stata creata infatti negli anni ’20 in quanto in Nuova Zelanda e Australia non si poteva più importare la Marmite dall’Inghilterra la cui produzione era crollata dopo la prima guerra mondiale (credo che in Australia e Nuova Zelanda non abbiano mai sentito il detto non tutti i mali vengono per nuocere). Quindi la società australiana Fred Walker & Co ha dato il compito al tecnico Cyril P. Callister di creare una crema da spalmare utilizzando l’ingrediente più conosciuto della Marmite, il lievito di birra. Il Signor Callister forse quel giorno avrà avuto la luna storta, magari una notte insonne o il gallo del vicino avrà fatto chicchirichi più presto del solito e così per sfogare la sua rabbia si sarà dedicato alla magia nera.

 

Me lo immagino agitare un mestolo nel pentolone nero sul fuoco pensando di essere uno stregone del Medioevo e aggiungere al bollente liquido di lievito di birra una miscela di estratti di sale sedano e cipolla formando una pasta appiccicosa nera e lanciare una maledizione alla fine del tipo "adesso i bambini in Australia saranno condannati a mangiare questa poltiglia a colazione nei secoli dei secoli gnah gnah gnah!".

Come viene usata la Vegemite? Diciamo che bisogna spalmarla con uno strato sottilissimo, questo perchè è molto salata, anzi diciamo che è più salata del sale stesso, solo i più coraggiosi la mangiano senza aggiungere altri ingredienti (io questi coraggiosi non li ho mai conosciuti). Solitamente si allevia la tortura aggiungendo un pò di burro, formaggio, insalata, avocado o pomodoro. Non ho mai sentito un odore peggiore su qualcosa considerata cibo umano, persino i formaggi invecchiati di 20 anni al confronto sono Chanel n° 5. Si dice addirittura che se se ne mangia grandi quantità, dopo 3 giorni si è immuni dalle punture delle zanzare. In poche parole fa talmente schifo che il vostro sangue deve avere un sapore più orribile degli scarichi di fogna.

 

Il mio primo incontro con la Vegemite è stato memorabile. Mi trovavo a Launceston, nel nord della Tasmania, in un ostello dove circolava un gatto bianco sempre affamato. Si chiamava Fuji, come l’immenso vulcano giapponese e infatti ne aveva in comune le dimensioni. Credo sia il gatto più enorme che abbia mai visto, ruffiano ed egoista. Era talmente pigro che l’unico sforzo che faceva era il salto per salire sul divano dove la fatica estenuante lo costringeva a dormire per delle ore. In cucina c’era, come in molti ostelli in Australia, lo scaffale FREE FOOD, quello dove si lascia il cibo che non si vuole più perchè non piace o non si vuole caricare nello zaino il giorno della partenza oppure semplicemente si vuole essere generosi nei confronti degli altri backpackers. Un giorno noto una confezione di vetro, simile a quella per le marmellate dal contenuto scuro, quasi nero, con un’etichetta gialla e una scritta bianca:VEGEMITE. Da superfan del cioccolato e della Nutella non potevo credere che qualcuno potesse lasciare un simile tesoro incustodito. Apro il barattolino svitando il tappo. Quasi svengo dall’odore che mi si scaglia sul viso come una nube tossica. Fuji si avvicina, guarda me e il trofeo che ho tra le mani. Io lo guardo e poi guardo la Vegemite. Piccola premessa: il cibo per animali in Australia non viene inscatolato solo in "strane" confezioni come possono essere le nostre piccole scatolette o barattolini di alluminio, ma si trova tranquillamente nel banco frigo, accanto alle salsicce in confezioni simili a quelle per cibo umano o buste come quelle per i biscotti.

 

Niente di strano quindi che nella mia testa il barattolino di vetro della Vegemite potesse contenere cibo per gatti. Visto l’odore, non era sicuramente cibo per esseri umani. Il manager dell’ostello stava mettendo a dieta il vulcanico Fuji, ma da donna che cerca sempre di perdere quel paio di chili in più mi sentivo solidale con il pigro e ciccione felino e così ho pensato che un piccolo strappo in fondo si potesse fare. Prendo un cucchiaio e inizio a gettare la poltiglia nella ciotola. In quel momento passa il manager che mi urla contro. Pensava volessi avvelenargli il gatto. Ho scoperto che quindi la Vegemite è considerata cibo umano e che gli australiani su questo sono altamente suscettibili. La Vegemite è il loro grande orgoglio, guai a farne uso improprio o criticarla.

In mia difesa posso dire che non sono la sola a pensare che sia qualcosa di orripilante. Barack Obama nel marzo 2011 ha quasi litigato con il premier australiano Julia Gillard durante una visita in una scuola della Virginia dove un’alunna chiedeva al ministro australiano cosa fosse la Vegemite. Lei ha detto che era gustosissima mentre Obama l’ha definita orribile, una quasi-vegetariana-crema da spalmare nei toast per colazione.

 

Cari bambini australiani, ribellatevi alle vostre mamme. La prossima volta che andate insieme al supermercato date un occhio alla Nutella. Avrete forse più brufoli, tante punture di zanzare e una dipendenza a vita, ma le vostre papille gustative vi ringrazieranno !

 

 

Dedicato a Pietro Ferrero, l’inventore della Nutella per aver cresciuto una generazione con la crema di gianduia invece che con il lievito di birra. Il nostro colesterolo sentitamente ringrazia.

 

 

Silvia Muscas