Lo street food made in Italy: dalla Puglia al Brasile con Rossella

 

Vendere panzerotti pugliesi a bordo di un triciclo in Brasile. Un progetto nato per caso e divenuto realtà per Rossella Speranza, pugliese doc, che dopo una lunga carriera come ambasciatrice della gastronomia locale nel mondo, si è trasferita definitivamente a Rio de Janeiro, dove si occupa principalmente di consulenza gastronomica e dove insegna cucina mediterranea in una scuola di cucina. A fine settembre il progetto del food truck è diventato operativo ed ora Rossella si sta divertendo moltissimo, unendo l’utile al dilettevole, in un paesaggio incantevole quale quello carioca e con delle prospettive interessanti.

 

Rossella, quando e per quale motivo ti sei trasferita in Brasile?

Frequento il Brasile da sempre. Venni a Rio per la prima volta nel 1989; dal 2002 in poi sono venuta sempre in vacanza. Nel 2012 ho costituito una società di consulenza alle imprese, a cui ho affiancato in seguito la consulenza gastronomica.

 

Di cosa ti occupavi in Italia?

E’ un po’ difficile essere sintetici con il mio profilo, perchè ad oggi mi sono occupata di molte cose che, come denominatore comune, hanno la passione per la promozione internazionale del mio Paese, con particolare riferimento alla nostra cultura alimentare. Il mio background formativo è internazionale, dopo la laurea in Economia a Commercio a Bari nel 1985 vinsi una borsa di studio per gli USA, dove conseguii un MBA in Agribusiness presso la Santa Clara University in California. La premessa di tutto il mio percorso professionale e non solo, è riconducibile a quegli anni: sono abituata a vivere all’estero e ad avere degli scambi costanti con altre culture. Questa mia propensione ha caratterizzato tutta la mia attività lavorativa successiva. Nel 1989 tornata in Puglia, ebbi l’offerta dalla Camera di Commercio di Bari di organizzare l’azienda speciale per l’internazionalizzazione, tuttora operante, in qualità di responsabile operativo. Attività che ho svolto fino al 2000, quando decisi di lasciare la CCIAA e di diventare free lance.Gli anni trascorsi nel sistema camerale per me sono stati molto importanti, perchè mi hanno consentito di conoscere la struttura produttiva della mia regione e di fare molti progetti internazionali anche in collaborazione con la Regione Puglia. Dal 2000 in poi la mia attività si è sdoppiata tra la consulenza nei processi di internazionalizzazione (sono stata anche esperto senior per il Ministero degli Esteri a Roma per tre anni) e la diffusione della cultura alimentare mediterranea, in partnership con la Oldways di Boston. Innumerevoli sono stati i progetti in cui ho promosso la Puglia sia all’estero sia nella stessa regione, attraverso l’organizzazione di educational tours per giornalisti e opinion leaders. Molti video si trovano sul mio sito italiano: www.rossellasperanza.it, ma sta avendo dei problemi di accesso. Nel 2008 ho scritto un libro fotografico, Olio d’oliva Ragione e Sentimento (Congedo editore), in italiano e in inglese; ormai si trovano poche copie, le ultime presso l’aeroporto di Bari. Detto ciò, il Brasile per me è sempre stata una destinazione privilegiata per le vacanze (principalmente Bahia e Rio); ho sempre amato la musica brasiliana, ma anche la sua letteratura, la cucina e la lingua, che ho approfondito nel periodo in cui lavoravo per la Farnesina a Roma. Nel 2012, a causa anche dell’atmosfera di crisi in Italia che mal sopporto, ho deciso di costituire una società di consulenza alle imprese a Rio, a cui ho affiancato successivamente la consulenza gastronomica e l’insegnamento della cucina mediterranea.

 

 

Ed ora di cosa ti occupi?

A Rio mi sto occupando principalmente di consulenza gastronomica e insegno cucina mediterranea in una scuola di cucina. Il progetto del food truck è diventato operativo a fine settembre 2015 e adesso sta assorbendo gran parte del mio tempo.

 

Come e quando è nata l’idea geniale di vendere panzerotti a bordo di un triciclo a motore?

Il progetto del food truck è nato per caso, parlando con un mio cugino a Bari, tra il serio e il faceto, nel mese di settembre 2014. Quando sono tornata a Rio, ho cercato un veicolo piccolino e ho iniziato a progettare. Diciamo che tutto è nato per gioco e poi si è definito strada facendo. Che dire… mi sto divertendo moltissimo. Sto unendo l’utile al dilettevole, in un paesaggio incantevole quale quello carioca e con delle prospettive interessanti, perchè è un piccolo business suscettibile di evoluzione. In fondo è la prima volta che faccio business, perchè fino a ieri mi consideravo una libera professionista. Oggi sono una piccola imprenditrice che ha messo su un progetto pilota, partendo dalla sua passione: quella dei cibi semplici e genuini della sua regione di provenienza.

 

Parlaci un po’ del fenomeno dello street food in Brasile:

Lo street food in Brasile è molto popolare, a Rio poi la cosiddetta Comida de rua rappresenta uno dei volti della città.

 

Che riscontro ottieni tra i brasiliani con i tuoi panzerotti?

Stanno piacendo molto, ma vengono capiti soprattutto nei quartieri più benestanti della città, mentre nei quartieri più popolari vengono confusi con il pastel brasiliano che costa la metà, pertanto vengono percepiti come un po’ cari.

 

Quali sono stati gli aspetti del Brasile e in particolare di Rio che ti hanno fatta innamorare?

La natura e il popolo innazitutto, va da sè la musica, i colori e la gioia di vivere. Importante poi che sia un popolo giovane, di storia e con un’età media di 29 anni.

 

 

E’ stato difficile da un punto di vista burocratico avviare la tua attività a Rio de Janeiro?

Sì, qui in Brasile c’è molta burocrazia e quindi anche molte imposte e tasse varie da pagare.

 

Quali sono stati i passaggi che hai dovuto affrontare prima di iniziare a vendere panzerotti?

Tanti, come la progettazione del veicolo, l’omologazione, la partecipazione al bando della Prefeitura do Rio (il Municipio), l’organizzazione del laboratorio, la messa a punto del prodotto, l’individuazione dei fornitori, l’individuazione dei collaboratori, la preparazione dei contratti di lavoro e tanto altro ancora.

 

Secondo te è un territorio fertile per l’imprenditoria il Brasile?

Sì, ma non è affatto facile. La maggior parte delle persone desiste. Come diceva Tom Jobim: “Il Brasile non è per i principianti”.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il progetto a breve termine è quello di seguire personalmente la strada con il food truck fino alle Olimpiadi, quello a lungo termine non è ancora definito. Non bisogna fare passi falsi, il Brasile è entrato in una profonda recessione. Vedremo.

 

FB Panzerotti & Cia

www.speranzamediterranea.com.br 

www.rossellasperanza.it 

 

 

A cura di Nicole Cascione

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