Aprire un conto corrente all’estero: le cose da sapere

 

Uno dei primi problemi che si ritrovano a dover affrontare gli italiani che decidono di trasferirsi all’estero riguarda l’apertura di un conto bancario. Infatti, in molti Paesi esteri, difficilmente un datore di lavoro verserà lo stipendio su un conto estero, inoltre si potranno anche ottenere dei benefici effettuando i pagamenti nella valuta locale, così da risparmiare sui costi di conversione. Quindi, una volta scelto il Paese di destinazione, è consigliabile cercare il sito web dell’autorità bancaria della nazione prescelta, dove trovare tutte le norme in vigore ed anche l’elenco delle banche presenti sul territorio. Da considerare che, avere una sede della Banca in territorio italiano, facilita di molto le procedure per l’apertura del conto.  E’ bene sapere che, per rendere tutto molto più facile e scorrevole, bisognerebbe andare di persona presso la banca nella quale si desidera aprire un conto, quindi è consigliabile avere una buona conoscenza della lingua inglese, oltre che una buona conoscenza della legislazione civile e del sistema fiscale del Paese in cui si intende aprire un conto corrente. Inoltre, sarà indispensabile determinare la valuta in cui aprire il conto, per evitare una sostanziosa perdita del potere d’acquisto a causa dei tassi di cambio. 

 

Infatti, è bene sapere che il conto corrente bancario genera da un lato interessi sulle somme depositate, dall’altro lato è soggetto ad una tassazione; si tratta di imposte sugli interessi da risparmio maturati all’estero. Su tali interessi la banca opera una ritenuta d’imposta, che varia da Paese a Paese. Per quanto riguarda i Paesi appartenenti all’Unione Europea, vi è una convenzione finalizzata ad evitare la doppia tassazione, mentre in altri Paesi non vige alcun accordo. Il trattato di Maastricht permette a tutti i cittadini, appartenenti all’Unione Europea, di poter aprire un conto bancario, in qualsiasi altro Stato membro. Aprire un conto in banca però richiede anche una serie di colloqui con la banca prescelta. Colloqui durante i quali saranno richiesti tutti i dati anagrafici, la documentazione che attesti l’origine del patrimonio e tutte le indicazioni relative alle attività economiche e alle transazioni previste. La decisione finale spetterà alla banca stessa, che potrebbe anche ricusare l’apertura del conto corrente, qualora il soggetto sia ritenuto inidoneo. Per gli importi pari o superiori ai 10 mila euro però, sarà necessario compilare un documento chiamato quadro RW per la dichiarazione dei redditi. 

 

Più nello specifico, se si desidera aprire un conto nei seguenti Paesi extra europei: Costa Rica, Malesia, Filippine, Uruguay; Andorra, Anguilla, Antigua, Barbuda, Aruba, Bahamas, Bahrein, Belize, Bermuda, Isole Vergini Inglesi, Isole Cayman, Isola Cook, Dominica, Gibilterra, Grenada, Liberia, Liechtenstein, Isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille Olandesi, Niue, Panama, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, San Marino, Isole Turk e Caicos, Vanuatu, l’apertura di un conto corrente estero non porta ad alcun vantaggio fiscale. E le possibilità sono due:

 

applicazione in forma anonima alla fonte di un’aliquota del 35% sugli interessi, definita euroritenuta.


regime fiscale di doppia imposizione, ovvero di ritenuta alla fonte nel paese in cui si è aperto il conto corrente, cui si aggiunge l’aliquota del 20% applicata in Italia. Il tutto senza alcuna possibilità di usufruire del credito d’imposta.

 

 

In Repubblica Dominicana esistono delle leggi antiriciclaggio, quindi per aprire un conto in banca saranno richiesti una serie di documenti, utili al fine di limitare il fenomeno dell’illegalità: passaporto valido; estratto conto italiano; documenti che testimonino la provenienza del denaro e la lettera di referenza della banca italiana (fondamentale per aprire il conto corrente).

 

Se invece, ad esempio, si desidera aprire un conto bancario in Olanda, è necessario portare con sé il contratto d’affitto, il So. Fi. e i documenti relativi alla residenza. Una volta aperto il conto, si otterrà una carta ricaricabile, utile per effettuare piccoli pagamenti. Si potrà ricaricare la carta tramite sportelli bancomat. Inoltre, sarà possibile effettuare anche pagamenti online, come fosse una carta di credito.

 

Se invece ci si trasferisce all’estero per un breve periodo, ad esempio per lavori stagionali, è consigliabile aprire un conto corrente in Italia, per evitare così di incorrere in costi, limitazioni e brutte sorprese dovute all’attivazione di un conto, che sarebbe attivato come “non residente”. Oggigiorno tutti i principali istituti di credito sono attrezzati con conti a pacchetto che prevedono solo l’attivazione di una carta prepagata, dove con un piccolo costo annuale (si aggira sui 9 €, ma può variare in base all’istituto; in alcuni casi è gratuito per alcune fasce di età, per es. dai 18 ai 26 anni), è possibile usufruire di numerosi vantaggi. Ad esempio, sarà sempre possibile controllare il proprio conto online e disporre pagamenti, effettuare o ricevere bonifici, essendo queste carte dotate di IBAN con massimali fino a 10 mila euro. Questa carta inoltre offre la possibilità di fare acquisti in qualunque esercizio commerciale, utilizzandola come Pos, senza alcun tipo di costo aggiuntivo. Per quanto riguarda i prelievi al bancomat non ci si dovrà preoccupare di commissioni di cambio, se ovviamente ci si trasferisce in Paesi dell’UE. Infine non sarà necessario riconoscere i bolli allo Stato (34€ annui), che al contrario si dovranno pagare sui tradizionali conti correnti.


A cura di Nicole Cascione