Dresda, la (poliedrica) Firenze sull’elba

 

 

Dresda è una città affascinante per tutte le sue contraddizioni. E’ stata una ricca capitale sede di principi e duchi, ha fatto parte per oltre quarant’anni della Repubblica Democratica Tedesca, ora è un’importante città universitaria, nonché un enorme cantiere in espansione. Così, passeggiando per le strade e guardandosi attorno, è possibile vedere sfarzosi palazzi barocchi che si affacciano su piazze circondate da brutture sovietiche, viali incorniciati da tristi palazzoni grigi così come da modernissime strutture di vetro e acciaio. Perfino il campus universitario rispecchia appieno questa pasticciata tavolozza architettonica per la diversità delle sue strutture. Gli studenti possono fare lezione tra le ampie e luminose sale dell’Hoorsal Centrum così come nei loculi vecchi e tristi della facoltà di economia, camminare tra gli ansiotici corridoi di Schumann Bau così come fra gli scaffali della bellissima e modernissima biblioteca universitaria.

 

 

 

Ci sono contraddizioni ovunque. L’Altstadt (la città vecchia) è situata nel cuore della città, sotto una decisa ansa del fiume Elba. La notte del 13 febbraio del 1945 è stata completamente distrutta da un raid aereo delle forze Alleate. Rasa al suolo da tre spietati bombardamenti nel giro di poche ore. Il fuoco alleato ha voluto punire la Germania intera – e lanciare un chiaro messaggio alla Russia – colpendo a guerra ormai finita quella che era una delle più belle città d’arte del terzo Reich. E la punizione non ha risparmiato nesun monumento storico, nessuna chiesa, nessun palazzo. Secoli di storia ridotti in macerie. La Repubblica Democratica Tedesca non si è mai sobbarcata l’onere di ricostruire il centro storico e ha lasciato le rovine a monito. Più semplicemente, non aveva i soldi per potersi permettere una ricostruzione di tale portata. Solo con la ruinificazione del Paese si sono potuti stanziare i fondi necessari per far iniziare i lavori. Una massiccia e soprattutto fedele opera di ricostruzione che ancora oggi sta andando avanti.

 

 

La Frauenkirche, la chiesa più importante della città, ha rivisto la luce solo nel 2005, per fare un esempio. Ma gli abitanti di Dresda dove sono andati a vivere dopo il ’45? Alcuni si sono trasferiti nelle periferie, la maggior parte ha preferito trasferirsi in massa nella Neustadt (la città nuova), a nord del fiume. Si sono rifatti una stazione e tutti gli edifici annessi. Il risultato è che la città nuova è in realtà più "vecchia" della stessa città vecchia.

Contraddizioni che rendono Dresda semplicemente unica. 

 

A cura di Giulia Rinchetti