Partire da dove? Una scelta difficile

 

 

Finalmente siamo a Buenos Aires. 

 

Nonostante avessimo sempre continuato a viaggiare, nell’ultimo anno non abbiamo fatto altro che pensare a questa meravigliosa città. La prima volta che siamo stati a BA, ormai più di due anni fa, ci eravamo ritrovati immersi in una città viva e carica di energia, con la sua storia politica ed economica così recente, da accompagnare tutti, vecchi e giovani, nel quotidiano, con la sua arte, il tango, con le sue strade pullulanti di gente, di spettacoli e di musica. Siamo a Buenos Aires e grazie a due nuovi amici, Lautaro e Mai, che ci ospitano per qualche giorno, abbiamo l’occasione di rivivere quell’energia e quella carica speciale che ci prese il cuore qualche tempo fa. Passare qualche giorno qui, non è solo l’occasione per rivivere splendidi ricordi, conoscere nuovi angoli della città ed iniziare a fare il pieno di "choripan" (pane e cotechino alla griglia); passare qualche giorno qui significa soprattutto stendere la nostra prima parte di itinerario.

 

Le opzioni sono due: scendere dalla costa, facendo BA – Mar de Plata in autostrada e poi continuando per Bahia Blanca, o inoltrarsi nella Pampa Humeda verso sud ovest, per poi scendere attraverso Sierra de la Ventana, sino a Bahia Blanca e, in seguito, in entrambi i casi, finalmente iniziare il cammino Patagonico sulla famosa/ventosa/assolata/desolata Ruta 3. La decisione non ci risulta per niente facile poiché entrambi gli itinerari hanno dei pro e dei contro importanti; così ci mettiamo più di qualche giorno a prendere una decisione … ma nessuno di noi due ha fretta 🙂 L’opzione uno è sicuramente la più veloce (circa 700 km per Bahia Blanca) e probabilmente anche la più bella, visto che una volta arrivati a Mar de Plata, costeggeremmo il mare. Ma, io in particolare, ho paura di farmi tutti quei km in autostrada. Qui in Argentina, come nella maggior parte del resto del mondo in cui le regole e le proibizioni non hanno ancora sostituito il libero arbitrio, si può andare in bicicletta in autostrada; mi spiego meglio: non è che sia proprio consentito dalla legge, però insomma la gente ci va, ci va anche a piedi, in moto senza caso, seduta sul retro di un camion; insomma forse sono l’unica ad avere paura di pedalare in autostrada, ma vi assicuro che, dopo essermi fatta il pezzo dall’aeroporto fino al centro città, per ora, e per un po’ di tempo ancora, non ho affatto voglia di riprovare le stesse "emozioni". Altro punto a sfavore di questa opzione è dovuto al fatto che pare che la periferia di BA da questo lato siano i meno raccomandabili.

 

L’opzione due, invece, è più lunga dell’opzione uno di circa 300 km (circa 1.000 km per Bahia Blanca), che in bicicletta possono voler dire dai 5 ai 7 giorni di viaggio, a seconda della condizioni climatiche; non solo, probabilmente è meno bella visto che la Pampa ce la raccontano come un immenso prato verde con mucche e tori al pascolo. Stop. Anche qui, tutta la periferia è ritenuta piuttosto pericolosa, ma forse un po’ meno della periferia a sud di BA.Ci dormiamo sopra qualche giorno. Ne parliamo, convergiamo, divergiamo, accettiamo consigli, li mettiamo in discussione e infine, ci agganciamo all’unica, quasi insignificante sicurezza che abbiamo. Andrea, un amico di Francesca (moglie del papà di Pier), vive vicino a Lujan, cittadina situata a circa 70 km a nord di BA. Proprio lei, prima di partire, ci raccontò di lui, italiano che mollò tutto in patria per vivere all’estero, e ci disse che lo avremmo sicuramente trovato interessante. Ecco, la coincidenza che aspettavamo. Gli scriviamo, ci mettiamo in contatto con lui, ma ci risponde raramente, pare esserci nel fine settimana ma non in settimana, di essere impegnato per lavoro, di non garantirci un vero e proprio posto dove mettere la tenda; insomma, la cosa non ci entusiasma, ma siamo alle prime armi sia con bici che con tenda e in questo caso "piuttosto che niente meglio piuttosto". Nel frattempo però ci troviamo un backup e grazie a CouchSurfing, ci mettiamo in contatto con un ragazzo che vive a Lujan dicendoci "se saremo troppo stanchi per continuare, ci fermeremo a Lujan".

Partiamo. Primo giorno in bicicletta. Indovinate? Autostrada, 70 km in autostrada! Per fortuna è stato meno peggio di quanto pensassi…spuntini bordo strada permettendo 🙂 Verso le 5 del pomeriggio arriviamo a Lujan, stanchi e bruciati dal sole; così decidiamo di non proseguire alla volta di Andrea ma di fermarci in città e far visita ad Edgardo il nostro contatto CouchSurfing. Edgardo e la sua meravigliosa famiglia (Edgardo Senior, Adriana e Andrea) ci stavano aspettando per accoglierci con una torta deliziosa fatta in casa e una bibita fresca di frigorifero. Esattamente tutto ciò che un ciclista vorrebbe dopo la sua prima (anzi dopo qualsiasi) giornata trascorsa sotto il sole sulla bici in autostrada.

 

Ma le sorprese non erano finite. Ci facciamo una doccia e con Edgardo e Andrea usciamo per visitare un po’ la città e scopriamo che Lujan è la città della Virgen di Lujan, patrona di tutta l’Argentina. La leggenda narra di un vecchietto che, con il suo carro trainato da cavalli, percorreva in lungo e in largo l’Argentina, cercando lavoro qua e là per potersi procurare da vivere. Sul retro del suo carrettino trasportava una statuetta della Vergine Maria. Una volta giunto a Lujan, proprio quando iniziò a percorrer la via principale, il carrettino si fermò ed i cavalli non poterono più proseguire. Il vecchietto andò sul retro e trovò la piccola Vergine Maria giù dal carro. Senza comprendere ma senza nemmeno porsi troppe domande, il vecchio ripose la Vergine sul carro e continuò per qualche metro. Di nuovo: carretto si fermò, i cavalli non potevano più proseguire e la Vergine si trovava di nuovo a terra. La storia continuò per svariate ore, finché il vecchietto e tutti coloro che, dalla strada avevano assistito all’accaduto, capirono che per la Verginella era ora di fermarsi qui, in Lujan. La Vergine Maria aveva trovato la sua casa.

 

Perché vi racconto questo? A parte il fascino della leggenda, ve lo racconto perché io e Pierluigi, abbiamo la piena consapevolezza che nulla accade per caso e che tutto nella vita e nel mondo funziona alla perfezione se solo siamo capaci di ascoltarlo, di osservare quelle che ci sembrano coincidenze e che invece sono veri propri messaggi scritti per noi. Noi due non siamo religiosi, nel senso che non abbracciamo nessun tipo di religione, per motivi che richiederebbero un libro intero per essere spiegati, ma crediamo profondamente che l’amore e la compassione, siano il vero potere del mondo e degli esseri umani. E amore e compassione sono anche le fondamenta di ogni credo religioso e questo non è un caso. Crediamo che "dare" sia quanto di meglio possiamo fare nella nostra vita e siamo anche sicuri che più diamo e daremo, più riceviamo e riceveremo nella nostra vita, presente o futura. Non è un caso che siamo partiti da Lujan; la Vergine di Lujan, patrona del meraviglioso paese che abbiamo deciso di attraversar in lungo e in largo su una bicicletta, ci aspettava come rappresentante di Dio (non intendo Dio come Gesù Cristo ma Dio nel senso universale del termine, come amore, bontà, compassione) per benedire noi, la nostra partenza e il nostro viaggio.

 

Penso che non potessimo fare scelta migliore. Non rimane che proseguire.

 

Buon viaggio a me e Pier. 

 

Melissa e Pierluigi

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