Desiderio di una casa: spunti di riflessione

 

 

Molti di noi ci sono passati. Quasi tutti. C’è chi l’ha desiderata a lungo e finalmente l’ha ottenuta, ai più fortunati è stata regalata da mamma e papà, c’è chi si è indebitato per 40 anni, c’è chi sta ancora sognando, c’è chi ha tardato un po’ più un po’ meno, c’è anche chi la condivide con qualcuno perché da solo non ce la farebbe, c’è chi è arrivato ad un compromesso per cui non è proprio la casa dei sogni ma va bene poi con gli anni (ed i soldi) vedremo e infine c’è anche chi ancora vive a casa con i genitori se ne preoccupa o meno si vedrà.

 

Domanda numero 1. Cosa "rappresenta" per voi la casa?

 

Secondo me, per l’italiano medio la casa rappresenta il punto di arrivo. E già qui le cose dal mio punto di vista si fanno contorte: punto di arrivo? Ma la casa non dovrebbe essere semmai il punto di partenza? Sarà forse per questo che ce la fanno sudare così tanto? Proprio perché ritenuta punto di arrivo e non di partenza? E si che a pochi passi da casa nostra, nel Nord Europa, nessun ragazzo si sognerebbe di vivere ancora con i genitori dopo i 18 anni ed è proprio su questo assunto di base che le case sono rese facilmente accessibili ai giovani (sin da studenti), proprio in nome del fatto che sono punto di partenza per una vita degna e decorosa e non invece il posto in cui “impolverarsi” in solitudine dopo la pensione.

La casa dev’essere il trampolino di lancio, non la nostra cassa da morto; quando ce ne andremo da questo mondo materiale, mica ce ne andremo con la casa sulle spalle! Ce ne andremo e basta.

 

Domanda numero 2. Qual’è il vero motivo per cui "desiderate" una casa?

 

Io penso che la casa sia vista un po’ da tutti come il proprio posto nel mondo. Uno lì ha la sua intimità, ci porta chi vuole, si da delle regole proprie che non sono più le regole dei genitori, il massimo dello sforzo è condividerle con il proprio compagno/a che ci si augura sia qualcuno che sostanzialmente vede la vita così come la vediamo noi. La casa è il proprio rifugio, il posto in cui accada quel che accada “io stasera mi chiudo la porta alle spalle, giro la chiave e tutto rimane fuori: lavoro, preoccupazioni, rotture di scatole”. Ma siete sicuri che la casa è davvero così? O forse questa è l’idea di casa dietro cui ci nascondiamo ma poi invece è proprio in casa che si "fomentano" i problemi, le discussioni, le preoccupazioni, le tensioni, le energie negative, fino ad arrivare alle malattie? Perché in fondo, quando si sta fuori casa si deve tenere una parvenza di felicità e serenità no? Purtroppo, "in Democrazia, la forma è il contenuto". E io non posso mica uscire e farmi vedere depresso. C’è la casa per questo! Uscire è sinonimo di libertà, di mio spazio, di faccio e penso un po’ quel cavolo che mi pare, del vado dove voglio, io sono libero, non sono uno sfigato che passa tutto il suo tempo in casa. Io ho una vita. Quante contraddizioni …

 

 

Domanda numero 3. Da dove viene il vostro "bisogno di possedere" una casa? È davvero un bisogno?

 

Ora vi faccio riflettere su un paio di cose e vi svelo in che modo distorto è nato il bisogno di "possesso/proprietà" e dunque anche di possesso di una casa. Una delle prime cose che si studiano ad Economia, è la Piramide dei Bisogni di Maslow. Chi è questo Maslow? Maslow è uno psicologo casualmente statunitense! Ora, non mi dilungherò molto, ma ci tengo a ricordarvi che gli Stati Uniti, con le loro teorie o meglio "mode" economiche, sono diventati da anni ormai l’impero del male; gli Stato Uniti sono: la culla della globalizzazione intesa come sterminio di ogni cultura locale (anche italiana si!) per far spazio a marche e loghi internazionali; la culla del capitalismo, inteso come chi ha un capitale attira capitali e chi non ce l’ha sarà sempre più morto di fame; la culla del consumismo come forma di depressione psicologica indotta, come dipendenza, come comportamento associato al disperato bisogno di essere riconosciuti; la culla della logica dell’indebitamento, di un individuo come di un paese intero, inteso come formula magica per soggiogare nella paura e nella schiavitù 7 miliardi di persone; la culla dell’attuale crisi economica mondiale, che di reale non ha nulla visto che di cibo ce n’è per tutta l’umanità, crisi bensì basata su beni finanziari inesistenti e tra l’altro nelle mani di pochi potenti; la culla di tutte le maggiori guerre degli ultimi due secoli; la culla della menzogna, dell’ipocrisia, del cibo spazzatura, dell’obesità, delle droghe, delle malattie fisiche, psicologiche e spirituali ecc. Per essere infine la culla dell’esportazione … dell’esportazione di tutto quanto sopra nel maggior numero di paesi possibili. Non solo, la teoria di Maslow è stata da lui stesso studiata e divulgata tra il 1943 ed il 1954, poco dopo la seconda guerra mondiale. Vinta da chi? Gli Stati Uniti, con quale obiettivo? Produrre, vendere, consumare, indebitare, esportare per incrementare il proprio PIL (prodotto interno lordo). 1943-1954. Obsoleta? Un pochino, direi io, soprattutto visto e considerato dove, questa bella teoria insieme ad altre baggianate made in USA, ci ha portato al giorno d’oggi, ovvero alla più grande crisi di tutti i tempi da cui pare non si riesca ad uscire: quella morale. 

 

Andiamo al dunque. La piramide di Maslow, si costruisce partendo dalla soddisfazione dei bisogni imprescindibili, fino ad ad arrivare a quelli più voluttuari: al primo posto ci sono i bisogni fisiologici come alimentazione, respiro, sonno, sesso; al secondo posto ci sono i bisogni di sicurezza fisica, di occupazione, morale, famigliare, di salute, di proprietà; al terzo posto ci sono bisogni di appartenenza come amicizia, affetto famigliare, intimità sessuale; al quarto posto figurano bisogni di autostima, autocontrollo, realizzazione e rispetto reciproco; infine al quinto posto ci sono i bisogni di autorealizzazione come moralità, creatività, spontaneità, accettazione e assenza di pre-giudizi.

 

 

La piramide di Maslow è stata fondamento dei miei studi universitari. La piramide di Maslow secondo me è completamente distorta, errata, è un imbroglio, è un insulto all’intelligenza dell’umanità, perché è costruita in modo esattamente opposto a come andrebbero concepiti i bisogni degli esseri umani! Proviamo ad analizzarla. Al primo posto ci sono i bisogni fisiologici. Prima obiezione; se questi sono bisogni fisiologici ovvero legati al mio corpo fisico e senza i quali non posso sopravvivere, perché mi avete portato al punto di mangiare transgenico, "impanato" con pesticidi e dunque cancerogeno, di respirare aria chimica e putrida, di bere acqua inquinata o potabilizzata con cloro (ma secondo voi il mio corpo è nato per bere acqua o sostanze chimiche?), di dormire poco poiché avviluppata tra crisi depressive e insonnia? E addirittura di considerare vitale il sesso? Al secondo posto poi vengono: la sicurezza fisica minacciata quotidianamente da incidenti mortali, da guerre, dalla chimica, dalla criminalità, dalle droghe ecc; la sicurezza dell’occupazione … sbaglio o attualmente si parla del 55% di disoccupazione giovanile?; la sicurezza della salute sulla cui base le aziende ed i governi hanno sviluppato il seguente slogan "siamo ciò che mangiamo" e i tumori spazzano da destra a sinistra; per poi arrivare alla sicurezza della Proprietà! Ecco da dove viene il desiderio di possesso! Ridicolo! Il bisogno di possedere, nella scala gerarchica di Maslow, viene dopo il cibo, l’acqua e l’aria! Ma questo non è ancora niente. Il bisogno di possedere viene prima di amicizia, affetto famigliare, intimità sessuale, autostima, autocontrollo, realizzazione e rispetto reciproco, moralità, creatività, spontaneità, accettazione e assenza di pre-giudizi.

 

Io non sviluppo oltre il mio pensiero e lascio a voi trarre le conclusioni sul perché siamo una società malata, putrida e per mia gioia, finalmente decadente! Nella logica secondo cui tutto ha una ragione di essere e di accadere, questo era il passo necessario da fare per finalmente evolvere. Per dirigersi verso una nuova Era. Definizione di bisogno: il bisogno è la mancanza totale o parziale di uno o più elementi che costituiscono il benessere della persona. E da qui viene la mia considerazione più importante: dati per assodati i bisogni fisiologici, la vera Piramide andrebbe sviluppata in senso opposto. Sono infatti convinta che una società che curasse come prima cosa la moralità, la creatività, la spontaneità, l’accettazione, l’assenza di pre-giudizi, l’autostima, l’autocontrollo, la realizzazione e il rispetto reciproco, come fonte insostituibile del benessere della persona, arriverebbe facilmente (senza guerre o armamenti o chimica) a garantire ai suoi cittadini il soddisfacimento di bisogni legati alla sopravvivenza, alla sicurezza fisica, all’occupazione, alla sicurezza famigliare, alla salute, e anche alla proprietà. La casa e tutti i bisogni di sicurezza su cui si basa la piramide di Maslow, vengono meno se la società in cui si vive è una società basata sulla morale, sull’etica, il rispetto, la collaborazione e dunque sulla famiglia, l’amicizia, il mutuo soccorso, l’autostima ecc.  Come si fa a non rendersi conto che i bisogni alla base della piramide sono una diretta derivazione dei bisogni che vengono reputati secondari? E non il contrario? E che se vivessimo in una società basata sul benessere collettivo, i bisogni primari non dovrebbero essere una "conquista" bensì un dato di fatto?! E continuiamo a definirci civilizzati e primo mondo … solo perché siamo ben vestiti … Tutti ben vestiti con gli stessi vestiti di marca. Nessuna distinzione, tutti uguali fuori come dentro. Dire addio alla teoria della diversificazione in nome dell’omologazione è seppellire l’essere umano e la sua breve storia 🙁

 

 

I popoli nativi di tutto il mondo, invece, vivevano in comunità basate sul benessere, ma non sul benessere apparente, bensì sul benessere concreto! Loro ce l’avevano ben chiaro in testa che un uomo e dunque una società basata sul benessere non passa attraverso i beni materiali, bensì attraverso la propria crescita spirituale, l’indagine e la conoscenza del "se", il cammino verso il cuore, il superamento dei propri limiti, delle proprie paure, dei propri "ossessori". Loro ce l’avevano ben chiaro in mente che coltivare i valori più alti dell’essere, come l’integrità morale, l’onestà, la sincerità, l’unione, la condivisione, la collaborazione, il mutuo soccorso, sarebbe stato porre le base di una società in cui non sarebbe mancato né cibo, né acqua, né salute a nessuno. "Senza stress, senza bombe, senza carceri, senza mendicanti, senza cibo spazzatura, senza debito esterno, senza inquinamento, senza povertà. E li chiamiamo primitivi …"

 

Domanda numero 4. Ipotesi in cui la casa non ve l’hanno regalata mamma e papà, ma ve la siete comprata accendendo un bel mutuo della durata di alcuni decenni … chi è il vero proprietario della vostra casa?

 

Si classifica l’Italia tra i paesi del primo mondo, eppure pochi di noi posseggono, nel senso di sono proprietari, di una casa … e pensare invece che, nei paesi di secondo/terzo e quarto mondo, tutti possiedono una casa. Qualcuno potrebbe obiettarmi che si tratta di case estremamente umili e rurali, in legno, fango e paglia, mattoni di sale, pietre, senza acqua calda, con corrente elettrica precaria; sarà anche così, però intanto i padroni di casa sono le persone che ci vivono in quella casa. Da noi invece i veri padroni sono le banche. Le banche che hanno dato vita a un furbissimo giochino economico/finanziario, non alla portata della comprensione di tutti; un giochino con cui sono diventate i padroni del mondo e con cui ora ci strozzano con un bel cappio alla gola che si chiama crisi immobiliare e di conseguenza economica. Come è accaduto? Le banche, per permetterci di soddisfare il nostro desiderio di avere una casa, ci prestano dei soldi; dei soldi finti però perché se voi voleste prelevare quei soldi dal vostro conto corrente, scoprireste che quei soldi non esistono! A fronte di un prestito di soldi finti, le banche rivogliono invece il doppio del valore di tale prestito, in soldi veri! Ora, chi è il vero proprietario della casa se non la banca? Per 20/30/40 anni vi strozzate per restituire soldi "contanti sonanti" ad un istituto che vi ha prestato un pezzo di carta con su scritto "mutuo", che applica tassi di usura giustificati dall’andamento dei tassi di mercato che sono a loro volta esplicitamente manipolati da un’altra banca, la banca europea o banca delle banche, che vi tiene prigionieri e che, se solo lo minacciaste di non pagare più la rata del mutuo e gli proponeste di tenersi la vostra casa, andrebbe in panico perché sa che il mercato immobiliare è stato oggetto di una bolla speculativa (che loro stesse hanno generato), che le case valgono fino al 50% in meno del valore a cui voi le state pagando alla banca stessa e che, dunque, non saprebbero che farsene di tanti immobili svalutati nel loro portafoglio! Incredibile! Perché volete immolare la vostra vita per sostenere dei ladri malavitosi? Nella speranza che un giorno, quando avrete finito di pagare il mutuo, vi potrete godere la "vostra" casa? Quanti "chissà, vedremo e speriamo" ci sono tra l’oggi in cui rinunciate a vivere per pagare la rata del mutuo e il domani in cui vi "godrete forse" la vostra casa! E infine, sarete davvero in grado di godervela? O le rinunce e le incognite con cui sarete stati costretti a venire a compromessi vi avranno lasciati semplicemente sfiniti (se fortunati)?

 

E allora arrivo alla domanda finale, unica e vera domanda che conta, e un po’ tornando così alla domanda numero 1 🙂

 

Domanda numero 5. Cos’è per voi la casa? Per rispondere a questa semplice domanda, mi avvalgo del punto di vista di un noto cantautore che a me piace moltissimo, perché da gran viaggiatore che è stato, ha un approccio energico, vitale e luminoso: Jovanotti. Jovanotti canta "io voglio andare a casa, la casa dov’è? La casa dov’è? La casa è dove posso stare in pace con me!".

 

 

Ecco ragazzi! Questa è la vera casa! Questo è il vostro vero posto nel mondo! Non quattro mura, bensì voi! Voi siete il vostro tempio, la vostra intimità, il vostro baluardo, il vostro rifugio, la vostra protezione, la vostra luce, il vostro passato, il vostro futuro, il vostro inizio e la vostra fine. Con voi tutto nasce e tutto muore. Con voi, con il vostro cammino verso il benessere emotivo. Non fatevi intrappolare dalla materia; cantano anche gli U2 "a house doesn’t make up a home".

 

Cos’è per me la mia casa? La mia casa sono io. Non è nemmeno la mia bici, il mio zaino, la mia tenda, la casa dei miei genitori. La mia casa sono io, con le mie esperienze, i miei numerosi errori ma anche i miei numerosi successi, io con le mie paure, i miei limiti, le mie conoscenze, la mia saggezza, la mia creatività, le mie intuizioni, i miei doni, la mia età che avanza, la mia famiglia, i miei amici, le mie relazioni, ma soprattutto io con il mio lavoro per diventare ogni giorno una persona migliore, una persona che non si lascia incastrare dall’attaccamento alla materia, anzi, che appena può vende, regala, dismette tutto ciò che di materiale le è rimasto. Perché la casa è dove noi ci sentiamo bene con noi stessi, liberi e in pace. Non è di certo in un edificio, nei mobili o negli oggetti di cui mi circondo per costringermi a spolverarli ogni fine settimana.

 

La casa è nel silenzio. Suono primordiale della creazione del tutto. OM.

 

 

Melissa e Pierluigi

In Lak’ech – Tu sei un altro Me

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