Salvatore Cimmino e la sua storia di coraggio e di sport

 

Raccontaci il tuo progetto "A nuoto nei mari del globo" e quali sono gli obiettivi principali?

 

Il mio progetto è nato quasi 10 anni fa, nel momento più buio della mia esistenza: la mia colonna non riusciva più a sostenere il mio corpo a causa dell’uso di una protesi obsoleta che mi provocava durante la deambulazione una molteplicità di traumi  che pregiudicavano la mia stabilità fino al punto di aver bisogno di aiuto per alzarmi e per sedermi. Una sera, era novembre del 2005, su consiglio medico, mi recai in piscina, al New Grill Hill di Roma dove abito da circa 17 anni.  Fino a quel momento non sapevo di saper nuotare. Appena presi coscienza dei benefici del nuoto sotto ogni aspetto, giorno per giorno, aumentavo sempre di più la mia permanenza in acqua e fu in quei momenti che iniziai ad elaborare dei "Ponti" virtuali che simbolicamente potessero rappresentare il modo per avvicinare il mondo della Disabilità alla società civile. Dopo poco più di 7 mesi feci la mia prima traversata, il 15 luglio del 2006, da Capri a Sorrento di 24 km. L’anno seguente nel 2007 organizzai il giro d’Italia a nuoto per ricordare alle Istituzioni del nostro Paese, da Genova a Trieste, il disagio che vivevano e vivono tutt’ora quotidianamente le Persone con Disabilità: difficoltà di esercitare il diritto di viaggiare, il diritto di studiare, il diritto di lavorare in una parola le difficoltà di esercitare in piena autonomia il diritto di Cittadinanza. Nel 2009 organizzai il giro d’Europa a nuoto per ricordare al nostro Paese come i nostri vicini, francesi, tedeschi, inglesi, scandinavi, hanno reso accessibili le nuove tecnologie alle Persone con disabilità a differenza del nostro Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili, il documento che elenca gli ausili e i presidi tecnologici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone con Disabilità. Il Tariffario, datato 1992, non tiene conto dei risultati che la tecnologia ha raggiunto in questi ultimi 20 anni e quindi non è in grado di garantire alle persone con Disabilità  quegli evidenti benefici derivati dal progresso della ricerca scientifica.

 

Nel 2010 nasce il progetto "A nuoto nei mari del globo, per un mondo senza barriere e senza frontiere" per sostenere la vita indipendente delle persone che convivono con la disabilità, attraverso la liberalizzazione  delle tecnologie che possano passare dai cassetti dei principali centri di ricerca per diventare l’oggetto di programmi che le rendano accessibili alle persone con disabilitàLa prossima tappa sarà da Cuba a Miami, oltre 170 km, più di 60 ore di bracciate con le uniche soste per assimilare gli integratori. Tutto questo per ricordare ai Governi di tutto il mondo che non è sufficiente ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità ma è necessario rendere esigibili le Leggi che la compongono.

 

 

Quanto è importante lo sport come strumento per lo sviluppo sociale per le persone con disabilità?

 

L’attività motoria per una Persona con Disabilità è fondamentale in quanto apporta oltre che benefici fisici anche e soprattutto benefici mentali. Certamente non cancella la disabilità ma aiuta a raggiungere  l’autonomia. Investire sulle persone con Disabilità migliora la qualità della vita per tutti.

 

Quante attraversate hai fatto?

 

Tante, in quasi 10 anni avrò percorso oltre 1500 km a nuoto: Traversata del Canale della Manica, lo Stretto di Oresund, lo Stretto di Coock, il lago di Kivu nella R.D. del Congo, la Capri Napoli, la Manhattan Island Marathon Swim, Canyon del Sumidero e tante altre.

 

A luglio ci sarà la prima conferenza stampa a Miami che riguarda il prossimo progetto… Hai avuto il sostegno e l’appoggio di qualche organo istituzionale?

 

Il 9 luglio, grazie a un carissimo amico e consocio del Circolo Canottieri Aniene, Piero Salussolia e alla Comunità Scientifica Italiana di Miami, per questo ringrazio il prof. Camillo Ricordi e il prof. Antonello Pileggi, presenterò, con una Conferenza dal titolo "Sport, Tecnologie e Politiche sulla Disabilità", la Cuba Miami allAuditorium Lois Pope dell’Università di Miami. Sono certo della partecipazione e del sostegno della nutrita comunità italiana.

 

Durante le tue precedenti attraversate hai mai avuto paura?

 

Alla vigilia della traversata dello Stretto di Cook, l’acqua a tratti non superava i 12 gradi celsius e del lago di Kivu, una sorgente di gas metano dove potevo perire in ogni momento per esalazione, ho avuto paura ma non ero né il primo né l’ultimo che donava la propria vita per un idea! 

 

Per saperne di più o se volete contattare Salvatore:

www.salvatorecimmino.it

 

A cura di Mary Marchesano

 

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