Jitka: relationship manager per il “The Prague Post”, nella città delle cento torri

 

Jitka si è laureata solo due anni fa, ma già ha una posizione di spicco nella direzione di The Prague Post, l’unico giornale in lingua inglese di tutta la Repubblica Ceca. Padre italiano e madre ceca, Jitka è vissuta e ha frequentato le scuole in Italia per poi trasferirsi da sola nella stupenda Praga, dove lavora attualmente con tanto successo e soddisfazione.

 

Perché hai deciso di trasferirti in Repubblica Ceca?

 

Sono per metà ceca (Mia madre è di Praga) e quindi ho sempre voluto provare a vivere in Repubblica Ceca, dove ho dei parenti. È stata una scelta piuttosto naturale. Ho deciso di trasferirmi mentre frequentavo l’ultimo anno del liceo. Parte della decisione è stata anche dettata dal fatto che mia madre e mia sorella, con cui vivevo, si erano trasferite in Inghilterra e io per tutta la quinta ho vissuto con degli amici. Si può dire che fossi un po’ sradicata.

 

Hai deciso anche in base alle opportunità di studio che Praga offre?

 

In parte sì. Ho frequentato l’università di Relazioni internazionali e Pubbliche, con specializzazione in PR (Public Relation), che in Italia trovi solo in due città. Invece solo nella città di Praga ce ne sono due: una completamente in inglese, e una, quella che ho scelto, in ceco. L’ho sempre parlato a casa, ma nonostante questo non ero molto sicura della mia correttezza grammaticale e di sicuro non mi sapevo esprimere a livello accademico, ma ho deciso comunque di buttarmi, e ora sono contenta.

 

Com’è stata la tua esperienza? L’ambiente universitario?

 

Il primo anno è stato molto difficile perché il ceco non era la mia prima lingua: le scuole le ho sempre frequentate in Italia. Tuttavia col tempo mi sono adattata e alla fine sono uscita quasi con la lode. La differenza più grande tra le università ceche e quelle italiane è l’impostazione stessa dell’insegnamento. In Italia è tutto incentrato sulla teoria, in Repubblica Ceca c’è un giusto mix di teoria e pratica. Innanzitutto per raggiungere i crediti necessari si devono fare gli stage, e gli insegnanti stessi sono tutti dei professionisti, persone che arrivano dal mondo del lavoro più che dal mondo accademico. Per esempio la mia insegnante di comunicazione era una politica molto conosciuta, e il mio insegnante di pubbliche relazioni era una persona che lavorava da sempre nelle pubbliche relazioni. Un’altra differenza fondamentale, oltre al fatto che gli studenti hanno tante agevolazioni come ad esempio gli sconti per qualsiasi manifestazione culturale e l’assicurazione sanitaria gratuita, è che per le università pubbliche non ci sono rette da pagare: sono completamente gratis. Andare a studiare in Repubblica Ceca è sicuramente più economico che in Italia.

 

L’università ti ha aiutata a trovare lavoro?

 

Sinceramente sì, e non mi aspettavo che sarebbe stato così utile quello che ho studiato. La mia preparazione è molto generale, spazia dal diritto alle scienze politiche, dal marketing alla filosofia, quindi riesco a gestire temi di vario tipo.

 

Come hai trovato lavoro?

 

Ho cercato su un portale di offerte di lavoro e ho risposto a vari annunci, avendo già le idee chiare su quello che volevo fare: mi interessava un lavoro che mi avrebbe dato dei contatti che poi mi sarebbero potuti essere utili in vari campi. Il settore vendite sarebbe dunque stato l’ideale. Ho fatto solo due colloqui perché già al secondo mi hanno presa. Era il posto per The Prague Post, l’unico giornale scritto in inglese di tutta la Repubblica Ceca. Ho iniziato come Advertising Sales Executive, ossia vendendo pubblicità. Dopo solo due mesi che avevo imparato a fare questo lavoro ho deciso di sfruttare il mio interesse e la mia attitudine per il settore delle pubbliche relazioni, senza la certezza di venire ripagata: ho iniziato a sfruttare il potenziale della mia posizione e a raccogliere contatti, a fare le cose più disparate. In soli due anni ho ricevuto due promozioni. 

E adesso il tuo ruolo qual è?

 

Il nome ufficiale della mia posizione è Relashionship Manager, ma è un nome esemplificativo, dato che in realtà faccio miliardi di cose. Continuo nella vendita di pubblicità per vari tipi e settori di clienti, mi occupo delle relazioni pubbliche, delle relazioni con le ambasciate e con le camere di commercio, gestisco tutti i media partnership per i concerti, per le conferenze e i congressi, per le manifestazioni culturali in generale, e sono spesso coinvolta in varie strategie della compagnia (il proprietario è un Americano che viene a Praga una volta ogni 3-4 mesi, e diciamo che sono il suo braccio destro)

 

Wow! E tutto nel giro di due anni! Pensi che il tuo sia un caso raro o Praga il mercato del lavoro è davvero così dinamico, sicuramente più dinamico che in Italia?

 

Sinceramente tutte e due le cose. Quando mi confronto con i miei amici in Italia vedo la differenza. Qui è molto più semplice venire appagato. Come dici tu il mercato del lavoro è più dinamico, anche un po’ più flessibile, e soprattutto se uno è in gamba e ha tanta voglia di lavorare può ottenere dei grandi risultati, più che in Italia. Il mio lavoro infatti è stato creato su misura per me: prima nemmeno esisteva una simile posizione, è stata la mia intraprendenza a portarmi fin qua, e nient’altro.

 

In una precedente intervista, Praga veniva definita un’”Isola felice” all’interno della Repubblica Ceca…

 

È verissimo. Basti pensare che il tasso di disoccupazione a Praga è del 2,5% (quando ero appena arrivata, nel 2005, era dello 0,8%, ma poi c’è stata la crisi), mentre la media nazionale è dell’8/9%. A Praga gli stipendi sono molto più alti, come ovviamente gli affitti e gli immobili, e soprattutto ci sono anche tante opportunità di lavoro. Potrei farti un elenco infinito di persone straniere che ho conosciuto, che si sono trasferite a Praga per trovare un impiego. Tutto è agevolato dalle numerosissime compagnie internazionali, call center, servizi clienti, che offrono centinaia di posti di lavoro… ho amici da varie parti d’Italia che sono venuti qua per riuscire a trovare qualcosa da fare. Praga è davvero il centro di una grande mobilità da parte di tutta Europa, soprattutto da tutti quei Paesi in crisi, in primo luogo Italia, Spagna e Grecia.

 

La Repubblica Ceca risente di meno della crisi?

 

Direi di sì, dato che il 40% dell’economia è legata a quella tedesca e quindi fin che va bene la Germania, va bene anche la Repubblica Ceca. Ci sono un’infinità di compagnie tedesche, e di partite IVA tedesche registrate ce ne sono circa 10mila. È una cosa sia positiva che negativa: di ceco c’è rimasto veramente poco, le compagnie più importanti, quelle che muovono l’economia sono tutte straniere, o erano ceche prima e sono state acquistate poi da compagnie estere. Come la Skoda, che è stata comprata anni fa dalla Volkswagen, e solo l’anno scorso è stata aperta la prima banca ceca, di proprietà di cechi.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

 

Conoscere tutte queste persone! Ne incontro un’infinità, in questi due anni non ho nemmeno idea di quante persone interessanti ho conosciuto! Occupandomi dei media partnership sono entrata in contatto con tanta gente che opera nel mondo della cultura, della musica e del teatro per esempio, collaborando con la Camera di Commercio ho conosciuto rappresentanti di compagnie di tutto il mondo. Mi piace il contatto con la gente, le collaborazioni che metto in piedi. Un esempio concreto: settimana scorsa ho avuto un appuntamento con una mezza americana- mezza tedesca, che ha aperto un negozio di pietre preziose a Praga, e che è diventata una nostra cliente. Ho parlato con lei e le ho dato diversi suggerimenti, come per esempio organizzare dei vernissage, e allora le ho dato contatti di vari artisti e fotografi che potrebbero essere interessati, le ho dato anche il contatto di un commerciante indiano d’argento e di pietre preziose che ho conosciuto durante il mio viaggio in India. Gestisco business collegati tra di loro, non solo orientati verso quello che faccio per il giornale, ed è davvero entusiasmante!

 

Il tuo lavoro ti apre davvero tante porte…

 

È vero, perché conosco tanta gente, persone di tutti i tipi. Ma dipende molto dalla personalità di chi intraprende questo lavoro, dal tipo di approccio che si usa. Io per esempio avrei potuto semplicemente vendere pubblicità al Prague Post come mi era stato detto all’inizio, senza fare altro, come la maggior parte della gente che lavora lì. Invece ho sacrificato il mio tempo libero per dedicarmi interamente a questo lavoro, e ciò ha portato i suoi frutti. Presto mi trasferirò a Londra e sono sicura che tutti i contatti che ho collezionato saranno utilissimi, e mi permetteranno di trovare qualcosa da fare in ogni caso.

 

Perché Londra?

 

Di sicuro a livello europeo è la città migliore dove fare esperienza nel mio campo. A Londra sono avanti di almeno 5 anni rispetto a Praga per quanto riguarda pubbliche relazioni, marketing, eventi, eccetera, e penso siano ugualmente avanti alla stragrande maggioranza delle metropoli europee. E poi voglio avvicinarmi a mia madre e mia sorella, dato che sono 8 anni che viviamo a migliaia di chilometri di distanza.

Senza contare che adoro Londra, il suo essere così incredibilmente internazionale e cosmopolita, perché anche io sono così.

 

Cosa consiglieresti a chi volesse fare il tuo lavoro?

 

Consiglierei di non vederlo come un semplice lavoro, ma come una parte di sé, e di essere sempre entusiasti di quello che si fa perché l’entusiasmo è una cosa che manca molto, in particolare ai cechi. Io lo noto perché faccio anche colloqui di lavoro per The Prague Post, e devo dire che nel 99% dei casi si presentano persone da cui non traspare niente, mentre è importante metterci il cuore in quello che si fa, e mostrarlo.

E a un italiano che si volesse trasferire a Praga cosa consiglieresti?

 

Innanzitutto un buon contatto è la Camera di Commercio italiana che si trova qui a Praga, perché è una delle due più importanti, anche perché in città c’è una comunità di circa settemila italiani, (che non è poco!) gente che è arrivata dopo la caduta del Muro per comprare palazzi e immobili vari, o gente che è scappata dalla crisi. Inoltre ci sono social network appositamente per stranieri, sui quali si può conoscere altra gente che si è trasferita, chiedere informazioni, documentarsi, ecc. La cosa interessante è che una volta al mese o anche più spesso queste comunità organizzano degli eventi. Basta che ti registri, e quando arrivi ricevi una targhetta con il tuo nome e la bandiera del tuo paese, e semplicemente vai in giro e conosci gente!

 

Cosa ti affascina di più di questa città?

 

Praga è una città assolutamente fantastica! Ha un’atmosfera particolare, che non ho mai visto in nessun’altra città. Ha un qualcosa di magico, quasi mistico, difficile da vedere altrove. Infatti nel medioevo era la città degli alchimisti. Offre tante opportunità, succede sempre qualcosa, a livello di cultura o di congressi internazionali. Ha anche una posizione strategica, trovandosi al centro esatto dell’Europa.

Per quanto riguarda le persone, i cechi che ci sono a Praga sono un po’ più freddi dei cechi che ci sono fuori Praga, chissà per quale motivo. Però non bisogna mai lasciarsi scoraggiare dal primo impatto, perché una volta che conosci qualcuno e ci esci a bere (l’alcol è la cosa che funziona meglio quando si tratta di farsi amico un ceco!) ti rendi conto di quanto siano aperti mentalmente. È il contrario rispetto all’Italia: gli italiani sono molti calorosi all’inizio, ma quando si cerca di entrare davvero in confidenza, incontri delle resistenze, si rivelano un po’ chiusi. Invece a Praga le persone sembrano quasi scorbutiche, ma appena le conosci scopri che sono molto aperte.

 

Questa tua continua voglia di cambiare e spostarti, pensi derivi dal tuo essere per metà ceca e per metà italiana, quindi dal fatto che non sei così radicata in un paese?

Sì, sicuramente. Ma alla fine a prescindere da chi si è, penso che cambiare e viaggiare sia una cosa essenzialmente giusta, perché arricchisce di esperienze importanti. “Casa” non è un luogo concreto per me: la casa bisogna portarsela dentro.

 

jm********@gm***.com

 

A cura di Giulia Rinchetti