Due professioni “antiche” con un gran futuro: all’estero

 

 

Lighting designer e restauratore: due professioni che hanno origini antiche ma enormi potenzialità future, grazie anche alla più sofisticata tecnologia. E sbocchi interessanti all’estero.

 

Lighting designer e restauratore. Ebbene sì, due professioni che arrivano da lontano, la seconda addirittura da lontanissimo nel tempo. Siamo talmente abituati a considerare le professioni legate al web e all’informatica come quelle maggiormente cariche di futuro che rischiamo di dimenticarne alcune che invece di futuro ne hanno molto. Certo anche questi due mestieri hanno beneficiato delle immense possibilità della tecnologia, andando ad arricchire le loro prerogative. E, sorpresa forse più amara che davvero sorprendente, queste professioni all’estero sono richiestissime. Sembra paradossale, considerato il patrimonio artistico che dovrebbe, come minimo, fare del restauratore una professione senza crisi e strapagata nel nostro paese. Lo stesso dovrebbe dirsi di un mestiere come il designer delle luci, vista la cultura teatrale che dovrebbe proliferare sul nostro suolo, ma in generale tutti quegli ambiti in cui la luce è fondamentale. Del resto siamo pur sempre il paese in cui un ex ministro ebbe il coraggio criminale di dire che con la cultura non si mangia.

 

Ma parliamo di queste due bellissime professioni partendo proprio dal lighting designer. La luce non serve più solo per vedere, ma fa parte integrante dell’atmosfera di uno spettacolo teatrale, è elemento essenziale dell’arredamento di una casa con le sue valenze anche biologiche legate al vero e proprio benessere fisico. Una professione non adeguatamente riconosciuta e tutelata in Italia. E non si pensi che le difficoltà siano solo quelle legate al mondo dello spettacolo. Spesso anche nell’ambiente dell’architettura si fa ancora fatica a capire che la luce deve essere progettata, esattamente come un ambiente, esattamente come un edificio. E che questa progettazione deve essere eseguita da professionisti specializzati. La luce non è un elemento accessorio e questa professione, all’estero, ha opportunità legate, non solo allo spettacolo o all’arredamento, ma anche ad ambiti museali e nel settore della ricerca avanzata delle aziende che si occupano di illuminotecnica.

 

 

Un percorso formativo serio e articolato, per una professione che è fatta non solo di conoscenze tecniche ma anche di estrema sensibilità culturale e artistica. Una vera istituzione per la formazione in questo ambito è il Laboratorio LUCE del Politecnico di Milano con i suo corsi e i suoi workshop. Un altra opportunità è data dai corsi organizzati dallo IED, Istituto Europeo di Design. Sul suo sito è possibile conoscere i corsi proposti. Poi ci sono le diverse Accademie di Belle Arti e quella, prestigiosa del Teatro alla Scala di Milano. E poi… come suggeriscono molti pofessionisti, cambiare aria e andare all’estero.

 

Non certo più facile, nel nostro paese, la situazione per un’altra professione bellissima e cioè quella del restauro. Professione che recupera e dà nuova voce a oggetti del passato senza i quali, anche se può suonare retorico, il futuro perde un po’ del suo significato. Il restauro oltre ad un aspetto di rimessa in vita di oggetti e manufatti ha anche una funzione di manutenzione e conservazione di oggetti che possono essere dipinti, libri e altro. Un lavoro bellissimo e delicato in cui la cultura storica deve andare di pari passo con qualificatissime competenze tecniche e tecnologiche. Facile capire quali ambiti professionali possa avere questo mestiere che, in un paese come il nostro, dovrebbe essere ricoperto d’oro. E invece non è decisamente così.

 

 

L’iter formativo per una professione di questo tipo è essenzialmente universitaria con i corsi di laurea in Scienze dei Beni Culturali e Ambientali e con eventuali corsi specialistici come quelli organizzati all’ Opificio delle Pietre Dure di Firenze rintracciabili sul sito www.opificiodellepietredure.it. Può essere utile anche rivolgersi all’ Istituto per l’Arte e il restauro "palazzo Spinelli" al sito www.spinelli.it. Per chi fosse interessato, anche in epoca di e-book, al restauro e alla conservazione del patrimonio librario può essere utile rivolgersi alla Scuola Europea di Conservazione e restauro del Libro di Spoleto al sito www.restaurolibro.com.

Ma, almeno in Italia, le scuole ufficiali sono solo quattro tra cui l’Opificio, che abbiamo segnalato, l’Istituto Centrale di Roma, la Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna e il Centro di Conservazione e restauro di Venaria.

 

All’estero questa professione è regolata e tutelata in maniera meno ambigua oltre che ben retribuita. Come è giusto che sia per un mestiere che si può definire interdisciplinare e che deve basarsi su materie umanistiche e scientifiche.

 

A cura di Geraldine Meyer