Alberto: Lanzarote è per me l’isola dell’eterna primavera

 

Un impiego a tempo indeterminato non è bastato a legare Alberto al Belpaese. Da sempre attratto dal mondo imprenditoriale, ha coronato il suo sogno, trasferendosi a Fuerteventura prima e a Lanzarote dopo, dove ha aperto una nuova sede dell’impresa di import-export di cui è socio. Ora Alberto vive con rilassatezza, semplicità ed ha imparato ad apprezzare le vere bellezze della vita “nell’ isola dell’eterna primavera, in cui è possibile vivere in una realtà multirazziale a stretto contatto con la natura”.

Alberto, da quanto tempo vivi a Lanzarote?

Mi sono trasferito a Lanzarote da poco più di un mese, in seguito all’apertura del nostro nuovo ufficio. Precedentemente ho vissuto per più di un anno a Fuerteventura, dove c’è la sede dell’impresa e ancora prima ho vissuto per diversi anni a Tenerife, dove ho fondato l’attività di import-export.

Quando e come è nata l’esigenza di lasciare l’Italia?

Ero un dipendente statale. Lavoravo presso il Ministero della Difesa e, per scelta, decisi di dimettermi. Ho sempre amato il settore imprenditoriale, infatti dopo il licenziamento ho svolto diversi lavori nel settore commerciale, fino a quando, stanco della burocrazie e delle altissime e pesanti tasse italiane, ho deciso di trasferirmi all’estero con una valigia e 3.000 euro in tasca.

E’ stato un gesto azzardato lasciare un lavoro fisso per mettersi in gioco. Qual è stata la motivazione che ti ha indotto a farlo?

Ho riflettuto sul fatto che, essendo molto giovane, avrei avuto enormi possibilità di ricominciare e di provare nuove esperienze. E’ anche vero che le scelte che possono sembrare giuste in gioventù, con il passare del tempo possono rivelarsi sbagliate, come si può arrivare anche a capire che la vita che si pensava di aver scelto non si è rivelata quella adatta alle proprie esigenze. Purtroppo il mio impiego presso il Ministero mi portava a fare continui viaggi di lavoro e non mi permetteva una vita sociale tranquilla né tantomeno la possibilità di avere una relazione stabile. Da qui è partita la decisione di mollare tutto.

Inizialmente, quando hai deciso di partire, hai valutato altre zone prima di scegliere Tenerife? Perché la scelta è ricaduta proprio su Tenerife?

Inizialmente Tenerife non rientrava nei miei piani, piuttosto la meta preferita era un Paese asiatico. Ho dovuto optare per una località spagnola, poiché nel mio trasferimento non sarei stato solo, ma con un amico che non conosceva le lingue, quindi per lui sarebbe stato molto più facile apprendere lo spagnolo ed inserirsi così nel mondo del lavoro.

Quali erano i tuoi timori iniziali?

Sinceramente non avevo nessun timore, in quanto con il mio vecchio impiego viaggiavo molto anche all’estero, quindi ero abbastanza preparato a ciò che mi aspettava.

Conoscevi qualcuno che ti ha dato una mano al principio o hai fatto tutto da solo?

Non conoscevo nessuno. Mi sono tirato su le maniche ed ho iniziato a fare amicizie e a cercare lavoro.

Ecco a proposito di lavoro, come sei riuscito a trovarlo al tuo arrivo?

Capitò per caso. Un giorno incontrai un ragazzo romano, il quale mi disse che un amico aveva bisogno di un barman per il suo locale notturno. Mi accompagnò sul posto, mi presentò al titolare e dopo una settimana ero già parte dell’organico.

E poi come è nata l’idea di aprire una tua azienda?

Dopo aver lavorato per diverso tempo in Canaria nel settore della ristorazione, mi resi conto che avrei potuto creare qualcosa di mio grazie alle amicizie acquisite nel tempo tra i produttori di salumi, pasta e formaggi e grazie anche alle esigenze dei ristoratori.

E quindi?

Quindi ora sono l’amministratore nonché uno dei soci maggioritari di un’impresa di import ed export di prodotti italiani alimentari a Lanzarote. In pratica sono un grossista per ristoranti e supermercati.

Tra le isole Canarie, perché hai scelto proprio Lanzarote?

Ho scelto Lanzarote in quanto è l’isola più curata, dove si ha un maggior riscontro economico grazie all’alta qualità del turismo e dei servizi offerti. La qualità della vita è molto alta e i costi in generale variano di circa un 50% in meno rispetto al nord Italia, dove vivevo io. Per me è l’isola dell’eterna primavera, in cui è possibile vivere in una realtà multirazziale a stretto contatto con la natura. Il clima poi è perfetto: 35 gradi in estate e 20 gradi di inverno. Il mare del posto poi non ha rivali, l’unico che può competere è il Mare dei Caraibi! 

Visto il periodo critico: quanto si è sentita la crisi economica a Lanzarote? Quali cambiamenti ha apportato?

A Lanzarote la crisi si sente come ovunque, ciononostante nessuno si lamenta, in quanto la clientela turistica è composta da scandinavi, tedeschi ed inglesi, gli unici Paesi in possesso di una moneta forte e di una buona economia. Cosa che invece non accade nelle altre isole, dove il flusso turistico è minore ed è rappresentato maggiormente da italiani e spagnoli. Nel nostro caso, la crisi è marginale, perché lavoriamo nell’ambito dell’alimentazione basica, come farinacei e latticini, infatti abbiamo deciso di aprire un altro ufficio, oltre uno in franchising su Gran Canaria. Il nostro intento è di aprirne ancora altri in franchising, non appena si farà avanti qualche investitore interessato al progetto.

Dal punto di vista professionale, quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia?

Qui la burocrazia è molto più semplice e rapida; c’è l’assenza totale di snobbismo da parte degli imprenditori con cui si ha contatto quotidianamente; c’è maggiore rilassatezza e la possibilità, con investimenti minimi, di creare un’attività redditizia. Per quanto riguarda invece le richieste di lavoro, l’unica differenza rispetto all’Italia è che qui c’è una maggior rotazione di impiegati in ambito turistico.

Come funziona la tassazione? E la pressione fiscale?

Nel nostro campo l’Iva è al 3%, abbiamo sgravi fiscali su tutte le spese, dai carburanti ai pranzi di lavoro, agli affitti aziendali e un imposta sull’utile netto annuale del 13%.

Per quanto riguarda l’aspetto burocratico, che differenze hai notato tra l’istituire una società in Italia e farlo invece alle Canarie?

Posso dire che nonostante la burocrazia sia ugualmente complicata come quella italiana, esistono delle normative che ti permettono di iniziare a lavorare anche durante la fase iniziale, cioè nel momento in cui vengono svolte tutte le pratiche burocratiche. Ti faccio un esempio: nel mio campo dell’importazione e della vendita di prodotti alimentari, dopo aver sistemato il locale in base alle normative sanitarie previste dalla legge, dopo il controllo del direttore o ispettore di sanità che avviene dopo qualche giorno dalla richiesta e dopo aver presentato la richiesta di apertura e aver pagato le dovute tasse (cose che si possono fare in un paio di giorni), il governo concede una partita iva provvisoria e una copia vidimata di dette richieste, così da permetterti di iniziare a lavorare fino a quando verranno emessi tutti i documenti ufficiali. In questo modo la persona che ha investito il proprio capitale nell’azienda, non deve stare mesi e mesi seduto a non far niente, aspettando che la burocrazia faccia il suo corso, cosa che mi è successa in Italia in occasione dell’apertura di una birreria, dove ho dovuto attendere 5 mesi per ufficializzare la documentazione che permetteva l’apertura del locale.

Quindi, allo stato attuale delle cose, pensi sia più facile intraprendere un’attività a Lanzarote piuttosto che in Italia?

Sinceramente per come stanno le cose in Italia, non correrei assolutamente il rischio di intraprendere una nuova attività. Tutte le volte che mi capita di venire in Patria in vacanza, noto sempre più povertà, tante lamentele e pochi fatti da parte degli italiani! Qui a Lanzarote invece è tutta un’altra cosa, per darti un’idea della difficoltà imprenditoriale, basta dire che solo nell’ultimo anno ho aperto due nuove attività.

Come si svolge una tua giornata?

La mia giornata è molto semplice, sveglia alle 8, colazione e poi in ufficio ad organizzare la giornata. Partenza alle 11 per la vendita e la consegna ai ristoranti, un buon pranzo presso qualche cliente, rientro verso le 17/18, discussione sulla giornata lavorativa e infine ritorno a casa. Un bagno in piscina, per poi passare la serata fra cene in famiglia e passeggiate sul lungomare.

In cosa sei cambiato durante questo periodo di permanenza a Lanzarote?

La cosa più importante è l’aver perso la dipendenza da quegli status symbol senza i quali in Italia sembra impensabile vivere. Telefonino all’ultimo grido, occhiali firmati, ecc.. Ora vivo con rilassatezza, semplicità ed ho imparato ad apprezzare le vere bellezze della vita. Come dicono i latini “nec videar dum sim”: non per apparire ma per essere. Il contrario delle abitudine italiane.

Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta? Quali caratteristiche sono necessarie al fine di affrontare al meglio questo cambiamento?

Le caratteristiche necessarie sono poche: voglia di fare e di emergere, voglia di agire con fatti e non con semplici parole, poco attaccamento alle amicizie in Italia e alla terra natale, capacità di integrarsi, rispettando gli usi e i costumi del luogo che vi ospita ed imparare ad apprezzare quanto è bella la vita, senza essere schiavi di status quo e pure apparenze, che alla fine non portano a niente…
 

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A cura di Nicole Cascione