Il vento del Nord (lezioni dal nord europa)

 

Mentre noi continuiamo a non fare nulla per reagire davvero alla crisi che ci ha travolti, i paesi del nord continuano a darci lezioni.

 

Leggiamo cosa succede in Danimarca

 

Pochi giorni fa leggevo un articolo interessantissimo pubblicato da Internazionale: si trattava di un vero e proprio speciale, curato dall’Economist, che mette in luce la complessità e i punti di forza socio-politico-economici dei paesi del nord Europa. Un articolo straordinario per accuratezza di informazioni e per profondità di analisi di cui raccomando caldamente la lettura. E, spinta dalla curiosità suscitata da quelle pagine, mi sono messa a fare una serie di ricerche e mi sono imbattuta in due notizie che mi paiono davvero stimolanti, per certi versi, e demoralizzanti per altri. Non voglio sparare sulla Croce Rossa, cosa che mi sembra di fare ogni volta che vengo messa di fronte all’aspetto culturale che spiega il declino del nostro paese; però, leggendo certe notizie non posso fare a meno di vedere confermata la mia idea: i nostri problemi nascono essenzialmente dalle nostre teste, ferme al passato, poco inclini al cambiamento troppo portate a crogiolarsi nel lamento.

 

Cominciamo dalla prima notizia. Sapevate che in Danimarca esiste l’Università del Kaos? Io no. Eppure esiste. Un articolo pubblicato da IO donna a firma di Christian Benna racconta proprio questo. Dennis Dybdal, neanche trent’anni, ha fondato la sua Green Zebra Training e sta cercando commerciali, designer ed educatori che vogliano lavorare in Ruanda per la sua società di formazione. Max Parkans, pensate un po’, sta aprendo una società in Grecia, dove sta succedendo di tutto ma dove lui ha visto l’opportunità di ripartire da zero. Jara Leupke ora è in Messico dove ha iniziato il suo progetto imprenditoriale basato sul riciclo dei rifiuti a livello condominiale. Questi tre ragazzi hanno in comune il fatto di avere frequentato il KaosPilots Insitute e hanno conseguito il diploma di "piloti del Kaos". Indicativo il motto di questa scuola che recita "The best school for the world. Change the game".

 

 

L’istituto, nato ad Arhus, fino a qualche anno fa proponeva corsi solo in danese, visto che gli studenti arrivavano prevalentemente dalla Danimarca, dalla Svezia, dalla Norvegia o dall’Islanda. Ora i corsi sono in inglese e sono aperti per un massimo di 35 studenti ogni anno. Il programma di questo istituto si focalizza proprio sui nuovi business e su nuovi modi di fare impresa e organizzazione. Il tutto incentrato sul concetto di intraprendere e di fare vera innovazione. I corsi, triennali, prevedono un anno presso università poco blasonate come quelle di Hanoi o Bogotà, tanto per dire la filosofia di questa scuola. E i metodi di insegnamento si basano, appunto, sul caos; niente libri di testo o professori in cattedra ma, talvolta, lezioni di tango che si frappongono a lezioni più serie fatte però nel più assoluto "disordine". Metodi originali ma per una preparazione serissima.

 

Un altro progetto arriva sempre dalla Danimarca, dal sud del paese per l’esattezza. Il progetto si chiama "Crescita degli affari verdi per le Pmi" e coinvolge idraulici, costruttori e altri operatori per farli diventare "artigiani dell’energia". Si tratta di seguire un percorso formativo sulle più avanzate tecniche per rendere gli edifici efficienti dal punto di vista energetico. Scopo di questo progetto è fare in modo che questi professionisti ottengano poi una vera e propria certificazione ufficiale che li mette nelle condizioni di offrire servizi innovativi ai propri clienti. Con che ricadute occupazionali è facile intuirlo. E, ancora una volta, la Danimarca si dimostra anni luce avanti nel fare dell’efficienza energetica un business. Purtroppo il progetto, iniziato già nel 2009, si concluderà a fine aprile. Ma il bello di questo progetto è che ha voluto sensibilizzare gli stessi proprietari di casa affinché la consapevolezza dei vantaggi acquisibili diventasse uno stimolo alla domanda di questi servizi innovativi. Proprio per questo sono stati organizzati corsi serali e fiere per far incontrare l’offerta con la domanda. E, inutile dire, in queste fiere gli artigiani hanno trovato moltissimi clienti. Il progetto si sta cercando di portarlo anche altrove perché, oltre ad essere un bel progetto di risparmio energetico è anche il modo per creare nuovi posti di lavoro attraverso la creazione di figure specializzate.

 

A cura di Geraldine Meyer

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