Thank you, driver!

 

Eccoci qui! Ora si inizia a fare sul serio, cominicamo ad addentrarci in Nuova Zelanda. Come argomento del primo articolo abbiamo scelto di raccontarvi di un’abitudine kiwi che ci ha immediatamente colpito appena siamo arrivati qui e che è espressione di una delle caratteristiche piu’ diffuse tra i neozelandesi: la cortesia. Nel corso della nostra prima settimana dopo il nostro arrivo, abbiamo percorso Wellington … Ecco, ve lo abbiamo detto! Ebbene sì, ci troviamo a Wellington, la capitale della Nuova Zelanda. Quindi … stavomo dicendo … Ah si’, nel corso della nostra prima settimana abbiamo percorso Wellington in lungo e in largo, a piedi e in autobus, per cercare una sistemazione definitiva.

 

Durante il nostro primo viaggio in uno dei tipici autobus gialli che attraversano i vari quartieri della citta’, alla prima fermata, un’anziana signora in procinto di scendere dall’autobus stesso si è voltata verso l’autista e con sincera gratiduine ha escalmato: “Thank you, driver!”. Questa frase ha immediatamente catturato la nostra attenzione per la spontaneita’ e sincerita’ con le quali era accompagnata. Inizialmente credevamo di aver semplicemente assistito all’episodio di una vecchietta che, rimasta senza affetti, aveva stretto amicizia con l’autista dell’autobu su cui saliva ogni giorno solamente per la necessita’ di avere dei riti quotidiani fissi che le dessero una certa sicurezza e per il bisogno di scambiare due parole con un essere umano. Invece, fermata dopo fermata, abbiamo sentito una voce maschile profonda esclamare un forte “Thanks, driver!”, una voce infantile e pulita emettere un leggero “Thank you!”, una voce femminile e allegra pronuinciare un timido “Cheers [n.d.r. tipica espressione kiwi per ringraziare], driver!”, una voce ferma e dall’accento straniero dire un convinto “Thank you, driver! Cheers!”.

 

Presto ci siamo resi conto che il ringraziamento dell’anziana signora non era un episodio isolato, ma una prassi: ogni persona, uomo o donna, adulta o bambina, bella o brutta, neozelandese o straniera, nel momento in cui abbandona l’autobus, sentitamente ringrazia l’autista. Puo’ sembrare una sciocchezza, invece riteniamo si tratti di una viva prova di come piccoli gesti possano rendere piu’ piacevole anonimi momenti della giornata di ognuno di noi, come quello di prendere l’autobus. Crediamo possa fare la differenza, per quanto minima, salire su un mezzo di trasposrto pubblico in cui le persone che stanno scendeno sono sorridenti e cordiali e l’autista felice e soddisfatto, anzichè salire su un mezzo di trasposrto pubblico in cui le persone che stanno scendendo sono musone e scorbutiche e l’autista infelice e soddisfatto. Inoltre si tratta di un qualcosa di estremamente contagioso: dopo aver assistito divertiti a queste scene per qualche giorno, non abbiamo non potuto iniziare a ringraziare anche noi l’autista di turno. Ed ora non possiamo più farne a meno!

 

Vi lasciamo infine con un’ultima nota di rilievo, a titolo meramente informativo. Wellington e’ talmente consapevole dell’importanza di rendere piacevole ogni viaggio in uno degli autobus cittadini che il Capital Times, un settimanale della capitale, invita ogni anno i lettori a votare il migliore autista di autobus della citta’.

 

Willy ed Irene

(Ecco, ora abbiamo anche un nome)

 

Per saperne di più su Willy ed Irene potete dare un’occhiata al loro blog: www.feetprint.it

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