Da New Orleans a Firenze: la storia del Reverendo Easterling

La storia del Reverendo Easterling

 

La ricchezza di Firenze non si percepisce solo dalle opere d’arte, ma anche dallo spirito aperto che da sempre l’ha contraddistinta. Oltre alle tante chiese cattoliche, camminando per le vie fiorentine si possono notare monumenti di altre religioni, come la Chiesa anglicana di Saint James, che per tanti lavoratori e studenti stranieri rappresenta il proprio luogo di fede.  

 

Da dicembre del 2020 il Reverendo della parrocchia è Richard Easterling, originario di New Orleans e sposato con David. Arrivato a Firenze in piena pandemia, le restrizioni non gli hanno impedito di diventare un punto di riferimento per chi intende professare la propria religione.

 

 

Il Coronavirus ha costretto il clero a reinventare il modo in cui interagisce col pubblico”, dice il Reverendo a Voglioviverecosiworld.com. “Oggi -continua- la nostra sfida è quella di riunire la nostra comunità garantendo a tutti la sicurezza”. Di recente il Reverendo Easterling è entrato nel Consiglio delle Chiese Cristiane di Firenze e sta promuovendo iniziative legate al volontariato.

 

La vocazione e il sacerdozio

 

Fin da ragazzo Richard Easterling sente la vocazione del sacerdozio, tanto che frequenta assiduamente la Chiesa e il suo primo lavoro che svolge è quello di operatore in un campo estivo episcopale. Successivamente diventa direttore della struttura e da lì cambia la propria vita.

 

Ho capito in modo definitivo la mia vocazione proprio in quel momento”, afferma. Prima di entrare in seminario, però, deve studiare, così si laurea in Lingua e Letteratura Tedesca e poi nel 2003 consegue la laurea in Teologia. Il suo percorso nella Chiesa anglicana si divede fra le funzioni religiose e l’insegnamento, finché nel 2013 diventa pastore della Chiesa Saint George a New Orleans, sua città natale, mentre nel 2015 diventa Reverendo della Chiesa tedesca sempre di New Orleans.

 

Insomma, un cammino di fede che lo ha portato a in giro per gli Stati Uniti per poi tornare dalle sue parti. Nel frattempo si sposa con David e nel 2018 i due vanno per la prima volta in vacanza Italia, dove oltre a Venezia e Roma, visitano anche Firenze.

 

 

 

L’incarico alla chiesa di St. James

 

Ma la Chiesa episcopale conta fedeli in tutto il mondo e nel 2020 Richard Easterling viene chiamato per guidare la chiesa di Saint James a Firenze.

 

Nonostante si trovi in un paese in cui la religione cattolica è quella di maggioranza, la Chiesa di St. James rappresenta un punto di riferimento per la tradizione anglicana a Firenze. Completata nel 1927, l’edificio presenta le caratteristiche dello stile neogotico americano e è circondata dal verde e si trova in pieno centro fiorentino. Insomma, un luogo di assoluto prestigio, sia per la tradizione che per l’ubicazione.

 

Una volta arrivato a Firenze, il Reverendo è stato accolto con entusiasmo, seppur nei limiti delle restrizioni. “C’era un mare di panettone e di prosecco. I parrocchiani -ricorda- avevano preparato tanto cibo in modo che non dovessimo fare la spesa per un po’ di giorni”. 

 

 

L’impegno verso i più deboli

 

Nonostante si trovi a Firenze da poco tempo, Richard Easterling ha promosso diverse iniziative per la lotta contro la povertà.

 

Innanzitutto proseguendo le attività del Banco Alimentare di St James (Food Bank che si occupa di distribuire cibo in scatola e vestiario) e aprendo il mercatino Thrift Shop per la vendita di abiti usati, il cui ricavato viene devoluto in parte alla chiesa e in parte al Food Bank.

 

Oltre alle iniziative a scopo benefico, il Reverendo ha pensato anche alle azioni per lo studio, mettendo a disposizione una biblioteca aperta a tutti. “Adesso sto lavorando per perfezionare la lingua italiana e rafforzare i rapporti locali. La nostra azione rispecchia i principi della Convocazione delle Chiese Episcopali in Europa che esorta a guardare ai bisogni degli immigrati, delle donne e a prenderci cura dell’ambiente”, dichiara. “Il nostro obiettivo -conclude- è quello di vivere a contatto con le comunità locali e aprirci a un pubblico più ampio”.