Marika, pianista e insegnante

Marika, “Sono pianista e insegnante. Dopo diversi anni a Londra sono rientrata in Italia anche per via della Brexit”

Dopo aver perso la sua famiglia, Marika, originaria di Valenza Po (AL), città famosa per l’oro, ha deciso di partire con la figlia per l’estero, “Del resto, se a Valenza Po non sei orefice, vieni discriminato”. E così, Marika e la figlia si sono trasferita a Nizza, città che già conoscevano e nella quale la donna ha potuto trovare tante occasioni di lavoro, dove hanno vissuto per circa 14 anni.

 

In seguito a un’intervista presso un’Accademia di Londra, Marika ha trovato lavoro nella capitale inglese. “Tra le mie più grandi soddisfazioni lì ci sono il modo in cui sono stata accolta e le opportunità professionali che vi ho trovato. In Italia abbiamo una Storia e un’arte ricchissime eppure, per molti, le professioni artistiche non sono ancora viste allo stesso livello delle altre” racconta Marika che, anche in seguito alla Brexit, ha deciso di tornare in patria.

 

“Io dico che è anche per via dell’età” racconta la donna, “Dopo aver vissuto per così tanti anni all’estero, ho sentito il bisogno di rientrare. Londra, per quanto bella e cosmopolita, dopo la Brexit non è più la città che conoscevo.” Tra i progetti di Marika c’è creare qualcosa nel suo ambito, proprio in Italia.

 

Ciao Marika, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

 

Ciao e grazie per questa possibilità. Mi chiamo Marika e sono di Valenza Po  (AL), conosciuta come la città dell’oro (ma non sono orefice). Ho un diploma di ragioneria e sono diplomata in pianoforte principale (Laurea A.F.A.M.) al Conservatorio  Paganini di Genova, dopo aver frequentato  precedentemente il Vivaldi ad Alessandria.

 

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

 

Ho deciso di lasciare l’Italia una volta persa tutta la mia famiglia (padre, madre e due fratelli). Come ho già detto, non sono orefice e non aveva senso, per me, rimanere in una città dove sei discriminato se fai un altro mestiere. Così, nel 2001, mia figlia Viviana di 11 anni ed io siamo partite per trasferirci a Nizza, in Francia, città che conoscevamo bene e dove avrei avuto molte occasioni di lavorare come pianista. Dopo circa 14 anni in Costa Azzurra, ho ricevuto una convocazione per un’intervista in un’Accademia di Londra e sono partita.  L’intervista è andata bene e, in seguito, c’è stata una prova pratica d’insegnamento per ben 8 ore di seguito e il giorno dopo mi hanno assunta a tempo indeterminato. L’Inghilterra era il mio sogno  fin da bambina. Ero davvero felice!

 

Fino a poco fa, vivevi a Londra. Cosa ti ha spinta a tornare in Italia?

 

Direi la nostalgia (io la chiamo l’età). Dopo circa 24 anni che sei fuori dalla tua patria (e nel frattempo ho anche viaggiato molto, anche se solo in Europa), il richiamo delle origini non è indifferente. In più, la situazione a Londra, dopo la Brexit, può aver contribuito a questo mio rientro in Italia. Londra e l’Inghilterra mi hanno affascinata da sempre. A scuola avevo studiato inglese e tedesco e speravo, un giorno, di avere l’opportunità di vivere in almeno uno di questi due Paesi. Così è stato anche se, poi, come ho appena detto, ho deciso di rientrare nel mio Paese natale.

Sei arrivata nella capitale inglese 8 anni fa. Che cambiamenti hai visto, sia in positivo sia in negativo, da quando sei arrivata alla partenza?

 

Londra è una capitale accattivante, che offre di tutto e di più. In ogni quartiere/angolo trovi tantissima storia  e numerosi stili architettonici diversi, gli uni vicini agli altri. Londra è stata distrutta molte volte ma è stata sempre ricostruita. La città, inoltre, accoglie tutte le razze e persone provenienti da ogni dove. È veramente cosmopolita.

Londra è piena di clubs e centri culturali ma sono tutti come “nascosti” nelle case, dove non trovi nemmeno le scritte sul campanello!  Devo dire che, grazie ad alcune conoscenze fatte mentre mi esibivo come pianista, ho avuto modo di essere introdotta in diversi “musical meet-ups“. In poco tempo, sono arrivata ad avere ben 49 studenti e suonavo quasi tutte le settimane in concerto… una gloria e una soddisfazione inaudite!

 

Come hanno reagito amici e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei amici mi conoscono e mi sostengono, forse perché, con i miei viaggi, realizzo anche qualche loro desiderio J

 

Come ti sei organizzata prima della partenza?

 

Ho solo fatto le valigie e cercato società di trasporto internazionali 😉

 

Puoi parlarci meglio del tuo lavoro?

 

Insegno solfeggio, teoria, storia della musica e pianoforte a ogni livello. Preparo gli allievi per concorsi e concerti  e suono sia come solista sia come accompagnatrice per il canto lirico, per la danza e l’orchestra.

Quali differenze ed eventuali punti in comune noti tra il mondo artistico inglese e quello italiano?

 

Direi che in Italia abbiamo delle ottime scuole e un livello elevato (almeno in passato), tuttavia l’arte  viene considerata inutile o di livello inferiore a ogni altro mestiere. Con la Storia che abbiamo –  penso a Dante, Galilei, Da Vinci, Puccini, Verdi – è triste che molti italiani la pensino così. In Inghilterra ci sono forse più occasioni d’incontro nei clubs, nelle case private, nei circoli letterari ecc. o, almeno, così era prima del Covid-19 e della Brexit.

 

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

 

Questo è sempre un argomento difficile perché la risposta dipende da molti fattori come quale lavoro fai, se necessiti di mezzi pubblici per andare al lavoro, se sei solo o se devi mantenere una famiglia.

 

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

 

La macchina a Londra è inutile quindi non saprei dire il costo della benzina. Sicuramente, è meglio usare i mezzi pubblici. Per quanto riguarda il costo del cibo, beh, è difficile dirlo. Posso generalizzare dicendo che, dopo la Brexit, è diventato molto alto. A volte, i supermercati sono completamente vuoti per settimane. A me capitava di uscire con il carrello per fare la spesa e, anche se giravo per 4-5 supermercati, tornavo con il carrello vuoto. Persino nei ristoranti ci sono delle voci nel menù che ti vengono segnalate tristemente con la scritta “non abbiamo ricevuto tale merce”!

 

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Mi sono rivolta a delle agenzie. Ho anche trovato alloggi camminando nelle zone dove mi interessava trasferirmi.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

 

Sono stata accolta molto bene sia nei circoli letterari sia dai miei allievi.

 

Come descriveresti le loro vite?

Oggi viviamo tutti come delle macchine da corsa, sempre in pole-position se vogliamo riuscire a fare tutto nel migliore dei modi. Purtroppo c’è molto poco di umano nelle nostre vite: noi siamo come la natura, non degli oggetti senza anima. 

 

Com’è una tua giornata tipo?

Dipende dai periodi. Alcuni giorni mi sveglio presto e faccio ginnastica prima di mettermi al pianoforte. Di solito le lezioni  non sono al mattino. Altre volte, invece, se devo suonare in concerto alla sera, approfitto della calma notturna per leggere e scrivere (libri, articoli, preparare lezioni di storia). In tal caso, rimango sveglia fino alle 2 di notte e recupero al mattino.

 

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

 

La burocrazia nel Regno Unito è molto semplice, ti danno il NIN (national identify number) e, con quello, sei identificato per ogni cosa. È stato difficile aprire il conto in banca ed essere accettata per un flat in affitto quando non erano ancora 6 mesi che lavoravo a Londra ma, una volta in cui lasci le dovute informazioni, poi le cose si muovono abbastanza in fretta.

 

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

 

Direi il modo in cui sono stata accolta dalla gente del posto e il fatto che non mi siano mai mancate occasioni per suonare. Tutte le settimane, suonavo da qualche parte.

 

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

 

Gli italiani sono ovunque. Nel Regno Unito è più facile trovare stranieri che persone nate e cresciute lì!

 

Quali sono, secondo te, i pregiudizi più diffusi su Londra?

 

Alcuni luoghi comuni su Londra sono che si mangia male e che il clima è sempre piovoso e nebbioso. Secondo me, si mangia benissimo e di tutto. La nebbia è rarissima (vivevo sul Tamigi), la pioggia non è un problema, molto spesso è leggera. Il vero problema, semmai, è il vento, che tira spesso ed è pure molto forte.  

 

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Ora come ora non saprei. Dopo la Brexit, quel mondo che conoscevo è diventato triste. Londra è diventata decisamente diversa dalla città in cui ho vissuto io.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?     

Non ho consigli particolari. Specialmente se non ci siete mai stati, penso che sia un’esperienza da vivere, ovunque scegliate di andare.

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

 

Io ho adorato Hammersmith, su fiume dove ho abitato: luogo tranquillo, immerso nel verde e con ristoranti. Si trova a pochi passi dalla stazione metro ma sul lato del fiume non ci sono macchine, anzi, ci sono cavalli, scoiatoli e volpi.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

 

Credo di no.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

 

Ho potuto stringere amicizie  nel mio ambiente e collaborare con tante persone, condividendo le giornate e le emozioni in tutta semplicità. Questo non è facile da trovare, nel mondo del lavoro.

 

Progetti futuri?

Vorrei costruire qualcosa nel mio ambito di lavoro, però in patria. Quantomeno, voglio provarci.

 

 

Per seguire e contattare Marika:

 

YouTube: https://www.youtube.com/@marikacassina3451

 

TikTok: @Dorina2087

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